L'INCHIESTA

Antonella, il sospetto del serial killer

Cinque poliziotti tedeschi ricominceranno le indagini sul delitto della ragazza di Villazzano. Ci sono omicidi simili



TRENTO. Cinque poliziotti, una nuova squadra investigativa, per fare luce sull’omicidio di Antonella Bazzanella. Sì perché la confessione dell’operaio tedesco di 47 anni non ha chiuso il cerchio ma ha dato nuovo slancio alle indagini. Che potrebbero non riguardare solo la brutale uccisione della ragazza di Villazzano, ma anche altri due delitti. L’ipotesi è che ci possa esser stato, a cavallo della metà degli anni Ottanta, un serial killer in azione a Karlsruhe, cittadina tedesca vicino a Stoccarda. Antonella fu uccisa il 21 giugno del 1987 e sia qualche settimana prima, sia nel 1985 c’erano stati due casi simili. Nel 1985, una ragazza venne uccisa e violentata, mentre nella primavera del 1987 fu trovato il corpo impiccato di una donna. Impiccata come Antonella. Diverse similitudini che avevano spinto la polizia tedesca, dopo il ritrovamento del corpo della trentina, a non divulgare alcuna notizia. C’era bisogno di raccogliere materiale, di cercare eventuali punti di unione fra i tre delitti e di capire se ad agire fosse sempre la stessa persona.

Per cercare di «spingere» le persone a fornire elementi utili era stata promessa un ricompensa di 3 mila marchi, ma al numero della polizia tedesca non era poi arrivata nessuna telefonata. E l’unico elemento utile - legato alla morte di Antonella - era la descrizione di un ragazzo pallido che si aggirava nella zona del parco. Le indagini era stato certosine e si erano protratte per lungo tempo, ma era rimasto un caso irrisolto, un «cold case» per dirla all’americana. Ora c’è stata la svolta, con la confessione di questo operaio che un mese fa si è rivolto alla polizia di Basilea che si è autoaccusato dell’omicidio di Antonella (e solo di questo) per «alleviare il peso insopportabile sulla coscienza» come hanno spiegato i poliziotti svizzeri.

Una confessione che all’inizio ha spiazzato e che appariva anche un po’ strana. Ma poi il 47enne ha saputo fornire una serie di elementi che non erano stati «raccontati» sui giornali e che quindi potevano essere noti sono a chi si trovava quella sera nel parco. Solo a chi aveva ucciso Antonella Bazzanella.

Ora le parole dell’uomo - che aveva lasciato la Germania pochi giorni dopo la morte della donna trentina - saranno analizzate una per una per capire quanto siano attendibili. Cinque poliziotti, 28 anni dopo l’omicidio, riprenderanno in mano tutti i documenti relativi al casa e ricominceranno ad occuparsi del delitto. Non dimenticando l’ipotesi perseguita allora, ossia che chi ha ucciso Antonella possa aver ucciso anche le altre due donne, possa essere un seria killer.

Un delitto, quello che ha portato alla morte della ragazza partita da Villazzano per lavorare in una gelateria e racimolare il denaro necessario per pagarsi la scuola d’infermiera. La giovane stava attraversando il bosco che si trova nella cittadina di Karlsruhe in bicicletta per andare al concerto di Tina Turner quando qualcuno l’aveva aggredita e quindi strangolata. Poi era stata legata e trascinata nei cespugli. Dalle indagini non sarebbe risultata alcuna violenza sessuale. Il corpo della giovane era stato poi ritrovato il giorno dopo da alcuni passanti. Un dolore immenso per i genitori e per i fratelli di Antonella che, dopo la confessione dell’uomo sono stati immediatamente avvertiti. «Per noi è una ferita che si riapre, ma anche una vicenda molto dolorosa che finisce e trova una soluzione» così la sorella di Antonella, Tiziana, spiegava ieri sul giornale i sentimenti della famiglia in questo difficile momento.

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