Ambiente, i ghiacciai continuano ad arretrare

Presentato il rapporto provinciale: il quadro è buono, ma c’è troppo smog nelle aree urbane



TRENTO. Lo stato di salute dell’ambiente in Trentino è complessivamente buono, con tendenza al miglioramento. Le criticità sono dovute ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale. Queste riguardano essenzialmente l’inarrestabile riduzione dei sei ghiacciai locali (Gruppi Ortles-Cevedale, Adamello, Brenta, e Marmolada) con decremento superficiale medio annuo tra -0,3% e -1%, e il superamento nelle aree urbane dei limiti di legge posti alle polveri sottili, ai biossidi di azoto e all’ozono. A dirlo è il settimo rapporto sullo Stato dell’ambiente della Provincia autonoma di Trento. Redatto ogni quattro anni dal 1989 dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa), è stato pubblicato oggi. «Si tratta non solo di un monitoraggio accurato del nostro ambiente - ha affermato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher - ma anche di uno degli strumenti principali con cui l’Agenzia provinciale assolve al compito istituzionale assegnato. In sostanza un importante strumento di valutazione delle nostre politiche ambientali».

Dei 78 indicatori utilizzati nel Rapporto, il 53,8% presenta una situazione intermedia o incerta, il 35,9% un quadro positivo e il restante 10,3% una situazione negativa. Il trend al miglioramento rispetto al 2008 riguarda il 38,5% dei casi, mentre è in peggioramento il 16,7%. Seguendo i quattro macro-indicatori tematici, acqua, aria, energia e clima, si nota che lo stato dei corpi idrici del Trentino (in tutto 413, tra torrenti, laghi e acque sotterranee) per l’87% dei casi è in buona salute, mentre il 13% è negativo. In particolare sono i laghi a soffrire, non per la balneazione, che è idonea dovunque, ma per il grado di ricchezza di biodiversità, dovuta a casi, come quello del Lago di Caldonazzo dove negli anni ’70 si riversano parte delle fognature e che ancora stanno ricostruendo il loro ecosistema. Molto soddisfacente, da parte dei tecnici dell’Appa, è stato ritenuto il grado di smaltimento dei rifiuti che dal 2001 al 2012 è passato dal 16,6% di raccolta differenziata al 71,4%. In modo analogo i rifiuti non differenziabili sono passati dalle 241.087 tonnellate del 2001 alle 85.232 tonnellate del 2012. L’evoluzione delle emissioni di anidride carbonica legate alle attività antropiche della provincia presenta un incremento del 15% nel 2010 rispetto al 1990. Ma nello scenario al 2020 considerato dal ’Piano Energetico Provinciale 2013-2020’, le emissioni subiscono un calo del 6% rispetto al 2010, pur rimanendo del 9% superiori ai livelli del 1990. L’85% dell’elettricità prodotta in Trentino proviene da fonti rinnovabili, ovvero dall’idroelettrico.













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