Ambiente: acciaieria di Borgo, la Provincia ordina uno studio sulle emissioni

La ricerca durerà due anni e sarà realizzata da Appa, Università, Fondazione Mach, MeteoTrentino con la collaborazione di tecnici esterni. Obiettivo: valutare la pericolosità per la salute dei cittadini



TRENTO. Uno studio di due anni sulla ricaduta d'inquinanti, con pubblicazione finale da sottoporre a valutazione universitaria internazionale: è la strada scelta dalla Provincia autonoma di Trento per andare a fondo della questione e sgombrare il campo da ogni polemica sulle Acciaierie Valsugana di Borgo, in Trentino.

L'intenzione è usare tecniche in grado di ricostruire anche uno storico delle sostanze emesse, ma pure creare professionalità tali da potere riprodurre poi il modello per altre indagini simili. Lo stabilimento è infatti oggetto di due inchieste da parte della Procura di Trento. La prima è per il presunto superamento dei limiti degli inquinanti emessi, la seconda per inquinamento ambientale.

A presentare lo studio a Trento è stato il vicepresidente della Provincia autonoma e assessore all'Ambiente, Alberto Pacher. ''In gioco - ha affermato - c'è la salute delle persone e quindi la verità è un obbligo''. E a garanzia di questo è stato scelto un gruppo di ricerca eterogeneo e in parte esterno. Allo studio, denominato 'Modellazione della ricaduta degli inquinanti prodotti dalle acciaierie di Borgo', lavoreranno infatti l'Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) e l'Universita' di Trento (Facoltà di ingegneria), con la collaborazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), di servizi e dipartimenti della amministrazione provinciale, della Fondazione Mach e di Meteotrentino.

Opereranno anche tecnici e specialisti esterni, quali i tedeschi di Eurofins, i ricercatori dell'Università di Padova, del Cnr di Venezia (gli stessi che hanno lavorato alle indagini su Porto Marghera) e l'Istituto di ricerca Mario Negri di Milano. ''Con questo progetto vogliamo avere un quadro di conoscenze approfondito e analitico. Dalla fase dell'urgenza e della prima risposta passiamo adesso alla diagnosi definitiva''.

E' quanto ha spiegato l'assessore Pacher. ''Lo studio - ha aggiunto il direttore dell'Appa, fabio Berlanda - mirerà a identificare tutte le sostanze inquinanti prodotte dalle acciaierie, ma non solo. In campo ambientale - ha spiegato - si usa il termine Iatp, ovvero gli Inquinanti atmosferici tossici e persistenti. Noi andremo a cercare tutte, nessuna esclusa, queste sostanze e quindi non solo quelle che hanno provenienza industriale. Seguendo l'andamento e le caratteristiche del meteo, gli specialisti andranno a verificare come le sostanze si diffondono in atmosfera e si depositano in un secondo momento al suolo. Una volta 'a terra', l'indagine, con l'aiuto delle conoscenze in campo agricolo e statistiche, progredira' verso la stima dell'esposizione umana agli inquinanti''.

''Il progetto - ha sottolineato - promette quindi di seguire l'intero ciclo degli inquinanti, dalla fonte (acciaierie o altro) fino al contatto con l'uomo. L'Appa avrà così il tempo e il modo di conoscere anche lo stato fisico degli inquinanti: gassosi o solidi, fumi o polveri. Il metodo, per la prima volta, individuera' l'esatta provenienza delle sostanze inquinanti, consentendo cosi' di ricostruire la provenienza (non solo quindi la provenienza industriale, legata all'acciaieria) e di spiegare le dinamiche che hanno portato questi elementi a contatto con l'uomo. Lo studio fisserà anche il livello di pericolosità delle sostanze liberate nell'ambiente''.













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