Ambientalisti contrari allo skibus a pagamento

Mountain Wilderness attacca la decisione degli albergatori e impiantisti: «Meglio far pagare i parcheggi». Anzelini: «Possibile un tributo per le auto»


di Gilberto Bonani


FIEMME E FASSA. No allo skibus a pagamento. Mountain Wilderness va contro corrente e disapprova, in un lungo documento, la scelta di Fiemme e Fassa, Primiero e altre realtà trentine. Per molti inverni il trasporto di sciatori e residenti verso gli impianti sciistici erano completamente gratuiti per incentivare l'uso del mezzo pubblico. Quest'anno tutto cambia e, per salire sulle navette, sarà necessario munirsi di biglietto.

«Il mondo degli albergatori e degli impiantisti - scrive Luigi Casanova per l'associazione Mountain Wilderness - da sempre incapace di leggere l’interesse collettivo, ha imposto questa strada alle Apt (Aziende di promozione turistica) locali e alle amministrazioni comunali. Gli imprenditori erano infastiditi dal fatto che giornalmente centinaia di residenti utilizzassero questo tipo di mobilità, a loro dire, pagato anche con soldi privati. La proposta doveva essere opposta. Far pagare agli automobilisti il parcheggio presso le stazioni di partenza degli impianti. Buona parte di queste aree sono state realizzate grazie a fondi pubblici (contribuzione pari al 65%) e sono state giustificate come costruzioni di piazze deposito di legname. Una vera e propria truffa ai danni dei cittadini. Allora invece di far pagare le persone e i turisti virtuosi che utilizzano il trasporto pubblico perché non penalizzare chi intasa le strade, chi utilizza spazi pubblici con il mezzo privato, chi impone la propria auto sulle strade statali e provinciali quando i parcheggi sono esauriti, chi ci impone colonne nei rientri ed inquinamento che nei periodi invernali rimane sospeso sulle nostre vallate?».

Presa di posizione che farà certamente discutere visto che da tempo c'è chi porta a esempio località dell'Alto Adige, Austria e Svizzera dove regolarmente viene fatto pagare un ticket per lasciare l'auto nel parcheggio. Anche nelle località marine spesso la sosta è a pagamento. «La lobby del turismo trentino invece segue la strada della monetizzazione del trasporto pubblico dimenticando come la questione della mobilità sia un problema sociale che coinvolge tutta la comunità».

Umberto Anzelini, presidente della Sif Lusia di Moena comprende come sia difficile, dopo quasi quarant'anni, il ritorno al trasporto a pagamento. «Sono momenti duri per il turismo e di conseguenza per tutti coloro che operano in questo settore» spiega al telefono mentre sta verificando le piste nel primo giorno di apertura degli impianti. «Abbiamo discusso tra operatori anche del pagamento del posto auto alla base degli impianti. Direi che è possibile introdurre un giusto tributo per le auto in sosta ma è necessario armonizzare gli interventi per non deprimere una stagione già difficile. Le famiglie non hanno più risorse per la vacanza sulla neve ed è questo il primo problema da affrontare».













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