IL CASO

Agitu, la pastora etiope, denuncia: «Minacciata di morte perché nera»

«Da tempo sono oggetto di atti intimidatori di un vicino. Una volta mi ha preso per il collo gridando “ti uccido”, poi mi ha tagliato le gomme dell’auto». LE FOTO: storia di una donna coraggiosa



TRENTO. Diventata un personaggio famoso, intervistata sulla stampa e le televisioni nazionali, Agitu, la pastora etiope che è arrivata in Italia scappando dal suo Paese per un mandato di arresto, ora torna suo malgrado a far parlare di sé.

Ha denunciato infatti ripetute minacce ed aggressioni verbali e fisiche da parte di un vicino che l’ha presa di mira con motivazioni apertamente razziste. “Brutta negra”, “te ne devi andare tu e i tuoi amici”, sono le frasi che ha rivolto alla giovane etiope, dal 2010 in Italia, che in Trentino ha avviato un’attività di pastorizia e caseificazione, spostandosi dalla Vallarsa, alla Val di Gresta e, infine, alla Val dei Mocheni.

Agitu, l'etiope dal grande sorriso che ha fondato "La Capra Felice" ora è minacciata

Con la sua azienda agricola bio, ha avviato un’attività di pastorizia e caseificazione, spostandosi dalla Vallarsa alla Val di Gresta e, infine, alla Val dei Mocheni. IL CASO: minacciata di morte perché nera - L'INTERVISTA: "In patria davo fastidio. In Trentino mi sono inventata una nuova vita"  - IL RICONOSCIMENTO: Bonino: simbolo delle donne di oggi - IL PREMIO: Da Slow Food la "Resistenza casearia" (foto giornale Trentino - Trentino Marketing - La Capra felice Facebook)

«In questa valle mi trovo benissimo - esordisce Agitu -. Chi mi sta perseguitando non è un mocheno ed i carabinieri sanno bene chi è: l’ho fotografato mentre mi bucava le gomme dell’auto». Dopo le prime denunce, però, l'aggressore non si è fermato. A giugno Agitu ha trovato una capra morta; pensava si trattasse di un lupo, invece i forestali hanno precisato che era stata usata un'arma da taglio per asportare la mammella dell'animale. 

La sequenza di atti intimidatori non è finita: sono morte altre due capre ed ora è sparito anche il cane. Ma l’episodio più odioso è quando l’uomo è entrato nella baita di Frassilongo e l’ha aggredita mentre stava lavorando alla mungitrice, prendendola per il collo. «Mi ha detto “ti uccido” e “te ne devi andare” - riferisce Agitu - ma per fortuna sono riuscita a liberarmi di lui con un calcio ed a scappare. Però ora ho paura». 

Ora l'etiope ha denunciato tutto anche sui social; Agitu sottolinea anche la solidarietà del sindaco di Frassilongo Bruno Groff.













Scuola & Ricerca

In primo piano