Agitu, pastora etiope «Così allevo le capre in Val di Gresta»

Ha 36 anni ed è arrivata in Trentino per studiare sociologia Ha rappresentato la Valle al Salone del Gusto di Torino


di Matteo Cassol


VAL DI GRESTA. Ha suscitato un certo stupore vedere in rappresentanza della val di Gresta, allo stand del Trentino al Salone internazionale del gusto di Torino, una giovane etiope. Si tratta di Agitu Ideo, pastora ormai nota tra gli addetti ai lavori in Vallagarina (oltre che tra i suoi estimatori) per il suo progetto agricolo che - concretizzato nella produzione di formaggio caprino e misto con latte di pecora - valorizza due specie di capre date come a rischio di estinzione: la pezzata mochena e la camosciata delle Alpi. «È stato un grande successo - spiega Agitu a proposito dell'esperienza piemontese - ho notato forte gradimento del pubblico e sono stata intervistata molte volte da giornalisti di testate nazionali, ricevendo anche la visita e i complimenti di un personaggio del calibro di Stefano Rodotà». L'allevatrice, originaria dell’Etiopia, si dedica da tempo alla vita e alla cura delle capre, prima in Vallarsa e da un paio d’anni a Valle San Felice, con una quarantina abbondante di capre, una mezza dozzina di pecore e una cinquantina di galline ovaiole, il tutto per latte, latticini e uova ottenuti nella più stretta osservanza delle norme della produzione e della trasformazione biologica e nel rispetto della convivenza con l'ambiente rurale locale.

Allora, chi è Agitu?

Sono nata in Etiopia, ad Addis Abeba, e ho 36 anni. Allevo animali in val di Gresta e con il loro latte produco formaggi biologici. La mattina presto sto con gli animali a Valle San Felice, poi vado a lavorare al bar Centrale di Mori, nel pomeriggio torno a curare l'allevamento e poi preparo il formaggio nella mia azienda "Boran la capra felice" (un piccolo caseificio con punto vendita sul quale ho fatto un investimento), con il latte munto a mano a 600 metri di quota.

Sembra una routine piuttosto impegnativa, no?

Effettivamente è così. La mia giornata parte alle 6 di mattina e finisce alle 2 di notte. Una vita dura ma piena di soddisfazioni, compresa quella di aver contribuito al recupero ambientale di una parte della val di Gresta, con il pascolo a rotazione e la concimazione naturale garantita dagli animali. Animali che io amo e rispetto molto.

Come è arrivata in Trentino?

Sono arrivata in Italia per studiare sociologia, prima a Roma e poi a Trento. Di ritorno in Etiopia, volevo aiutare dal punto di vista agricolo la mia terra d'origine, con un progetto per organizzare i contadini e alleggerire il loro carico di lavoro attraverso formazione, istruzione e macchinari, garantendo loro delle entrate adeguate. Dopo aver contestato l'industrializzazione sregolata, l'arrivo di un cementificio a cielo aperto e il fenomeno del "land grabbing" (accaparramento della terra da parte dello Stato), però, ho cominciato a dare fastidio ai funzionari locali, ho avuto problemi con il governo e sono dovuta scappare, arrivando qui l'ultima volta sei anni fa (anche se da quindici anni complessivamente sono in Trentino), con la necessità di reinventarmi una vita. Prima con le capre, poi anche con le pecore e le galline.

La storia di Agitu e del suo impegno per offrire un prodotto unico e di alta qualità, presentata al Salone del gusto, è piaciuta a tal punto che, il 5 novembre, la pastora sarà ospite di Geo & Geo per raccontare la propria esperienza. Di recente era già stata protagonista della trasmissione di Canale 5 "Melaverde", condotta da Ellen Hidding ed Edoardo Raspelli.

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