la sentenza

A22, Grisenti deve pagare 60 mila euro

Condanna della Corte dei Conti dopo l’indagine «Giano Bifronte»: da risarcire i soci Regione, Provincia e Comune di Trento


di Mara Deimichei


TRENTO. Silvano Grisenti ha causato un danno all’’immagine e dovrà pagare. Non i 100 mila euro richiesti dall’accusa, ma 60 mila. Così ha deciso la Corte dei Conti che ha stabilito che 30 mila euro vanno riconosciuti alla Regione, 25 mila alla Provincia di Trento e 5 mila al Comune capoluogo. Tutto aveva avuto inizio con l’inchiesta «Giano Bifronte». Sul lato penale la vicenda si era chiusa il 9 marzo dello scorso anno, quando la Cassazione aveva confermato la sentenza del 2014 della Corte d'appello di Bolzano che aveva condannato Grisenti a un anno di reclusione per corruzione propria, truffa e tentata violenza privata.

Le contestazioni riguardavano tre pranzi (per 900 euro) offerti dall’ex assessore ai colleghi di partito della Margherita al ristorante «La Campanella» al Cimirlo, utilizzando la carta di credito dell'A22, e l’aver cercato di costringere la cooperativa emiliana Ccc a ritirare un ricorso al Tar contro l'aggiudicazione di un appalto, minacciando conseguenze sulle future gare dell'Autobrennero.

Si era quindi aperto anche il capitolo contabile con la procura della Corte dei Conti che aveva chiesto un risarcimento da 100 mila euro per il danno all’immagine subìto non dall'A22, ma dai suoi azionisti trentini e cioè il Comune di Trento, la Provincia e la Regione. Un aspetto contrastato dalla difesa (l’avvocato Vanni Ceola) che aveva sostenuto la nullità della citazione per la mancata indicazione degli enti nel cui interesse la procura regionale ha agito. Cioè nell’elenco mancavano gli altri soci che insieme fanno il 60 per cento di A22.

Un punto che non ha trovato il favore dei giudici che hanno invece sposato l’inquadramento dell’accusa che «ha ritenuto - si legge in sentenza - che non per tutti i soci pubblici si sia verificato il vulnus all’immagine, in quanto le condotte penalmente rilevanti del Grisenti sono state poste in essere in un limitato ambito territoriale e delle stesse è stata data diffusione (clamor fori) solo dalla stampa locale. Pertanto, il pubblico ministero ha individuato quali amministrazioni danneggiate gli enti territoriali trentini esponenziali delle sottostanti collettività di cittadini».

Circa il calcolo del risarcimento da riconoscere, il «collegio reputa di tenere conto dell'illecito penale del solo delitto di corruzione e in base al parametro iniziale di riferimento utilizzato del pm (le somme percepite dal convenuto nel 2008, anno in cui sono state poste in essere le condotte delittuose) il danno imputabile a Grisenti deve determinarsi nella somma complessiva di euro 60.000».

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