giovani protagonisti

Sopra la panca c’è la “capra Punk”

Ernesto Benfari ha conosciuto le aziende agricole come guida turistica in Toscana: e oggi ne guida una in Trentino, con un allevamento di 30 capre rustiche


Carlo Bridi


MARGONE DI VEZZANO. Grazie alla preziosa collaborazione di Paolo Dallavalle, della Fondazione Edmund Mach, siamo in grado di proporre anche oggi un storia che ha dello straordinario: quella di un giovane di 35 anni, che per amore ha lasciato la sua professione di guida turistica a Firenze e si è trasferito in Trentino dove la fidanzata faceva l’insegnante, trovando casa a Margone di Vezzano un paesino abbarbicato sul Monte Gazza a poco meno di 1000 metri di quota.

Parliamo di Ernesto Benfari, il trentacinquenne che appena arrivato in Trentino non aveva idee chiare sulla professione da intraprendere, se non il fatto che la sua attività di guida turistica nel Fiorentino, lo portava a visitare anche aziende agricole. Ebbene un po’ per curiosità e un po’ per capire fino a che punto il suo interesse per l’agricoltura poteva diventare una professione ha deciso di fare una ricerca storica per comprendere quali attività si svolgevano in passato a Margone e ha trovato un documento originale del 1787 con il quale il principe Vescovo autorizzava i residenti ad allevare un numero massimo di 100 capre ponendo come condizione la consegna dei capretti a Pasqua.

Scelse la strada dell’allevamento di capre rustiche, iniziativa avviata all’inizio del 2022, ma la partita IVA è arrivata solo un anno fa. Avendo frequentato come scuola superiore il liceo scientifico, aveva l’esigenza di una competenza specifica nel settore agricolo. Di qui l’idea di frequentare il corso per l’ottenimento del brevetto professionale agricolo che sta concludendo, un corso molto interessante afferma Ernesto. Ha quindi fatto la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento. Ora sa che è in graduatoria ed è in attesa dei fondi stanziati per poter procedere all’acquisto di un pastorizzatore 4.0 per la pastorizzazione del latte munto a mano dalle sue 30 capre.

Oltre che allevatore è diventato anche casaro in quanto tutto il latte delle capre viene da Ernesto lavorato e trasformato in prodotti eccezionali: formaggi freschi, ma anche stagionati ed un ottimo yogurt. Ma come è possibile produrre questo latte così ricco di proteine e caseina da dare una resa molto alta in formaggio?

«È l’alimentazione delle capre che vivono molti mesi dell’anno ai pascoli», risponde Ernesto. «Esse non brucano l’erba ma essendo degli animali scalatori si nutrono di foglie che strappano dagli arbusti e dagli alberi, è noto infatti che un terreno dove pascolano le capre difficilmente crescono i rovi e piante selvatiche - continua Benfari - Queste foglie sono ricche di betacarotene e di conseguenza prima il siero ma poi anche il formaggio prende un colore giallognolo e dei gusti eccezionali. Certo, visto che l’integrazione con mangimi è molto scarsa, anche la resa capo/lattazione è contenuta. In compenso il periodo di mungitura è molto lungo e senza cali molto forti».

Il nome dell’azienda è particolare: Azienda "capra punk”, la superficie dei prati falciabili è di circa 6 ettari, ma il foraggio serve solo per l’inverno quando le capre non trovano foglie fresche da mangiare. La produzione lattazione va dai 320 ai 350 kg a capo. Quasi tutti i prodotti ottenuti vengono venduti ai mercati contadini di Campagna Amica di Trento.

Così il giovedì Ernesto è sempre in piazza Santa Maria Maggiore, mentre il sabato è presente sempre a Trento con due bancherelle: una al mercato contadino coperto in piazza Silvio Pellico, ed una in Piazza Dante. «Visto che non posso essere in due punti vendita contemporaneamente, ho fatto un accordo con due giovani che hanno lo stesso problema, così io presidio il loro stand del mercato coperto e loro vendono i miei prodotti in Piazza Dante. Una piccola parte dei prodotti viene venduta anche ai ristoranti e a qualche famiglia Cooperativa. La razza delle capre che allevo, è molto rustica e di conseguenza riesce a vivere anche in un clima molto asciutto com’è quello di Margone, dove la carenza d’acqua è un grosso limite. L’azienda è in fase di conversione verso il biologico, ma di fatto già oggi tutti i miei prodotti sono fatti nel rispetto della normativa dell’agricoltura biologica».

Fra i progetti futuri quello di arrivare alle 100 capre trasformando tutto il latte prodotto in formaggi e yogurt di capra di montagna biologici. «Ma in collaborazione con un panificio della zona intendo produrre anche un pane particolare a base di farina di grano duro e il siero fermentato alla robiola di capra». Un prodotto particolare. Ma ha anche un sogno nel cassetto, Ernesto: quello di arrivare a farsi una piccola stalla con caseificio e laboratorio annessi. Alla domanda se è pentito della scelta, risponde: «Vado in crisi tutti i giorni, ma dalla crisi nascono giornalmente idee nuove per la gestione dell’azienda».

E il suo rapporto con l’ambiente? «Di rispetto, prova ne sia che punto alla certificazione biologica della mia azienda», risponde Benfari. È impegnato anche nel sociale con un gruppo di ragazzi al fine di fare aggregazione. Da sempre è appassionato di bicicletta, che è il suo hobby. E i suoi ex colleghi di Firenze cosa dicono della scelta? «Che sono matto da legare». Sentimentalmente è legato all’insegnante Margherita da cui ha avuto tre figli. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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