assistenza

Rsa, sindacati sul piede di guerra: “Turni di 12 ore, gli infermieri se ne vanno”

Oggi il primo incontro con i gestori, ma è scontro con la Provincia. Pronta la mobilitazione

L'ASSESSORA. Segnana smentisce: "Situazione sotto controllo, solo una richiesta di aiuto dalle Rsa"



TRENTO. Non ha sortito novità il primo incontro oggi (30 settembre)  fra le Organizzazioni sindacali, Upipa e l’Assessorato provinciale alla sanità sul tema Case di Riposo e della mancanza di personale dovuta ai lavoratori non vaccinati che sono stati sospesi (e altri lo saranno). Anzi, al termine del faccia a faccia i sindacati parlano di "occasione sprecata".

All’uscita dalla riunione il vice segretario generale Fenalt, Roberto Moser commenta così: “La situazione ad oggi non è cambiata molto, tanta confusione e poche idee chiare: l'unica cosa certa è la mancanza di operatori ed un carico di lavoro eccessivo per gli operatori delle case di riposo. Infermieri nelle Apsp ce ne sono pochi e devono fare turni di 12 ore, con la conseguenza logica, che chi può cambia struttura o cerca un lavoro più compatibile con le esigenze di vita. Per quel che riguarda gli operatori socio-sanitari la situazione non è migliore: molto spesso vengono sostituiti con personale senza nessuna qualifica o esperienza. Nel 2018 abbiamo contato i riposi non effettuati o ritirati, agli operatori delle 41 case di riposo del Trentino: erano 15.000 ore. Non ha senso in queste condizioni – aggiunge Moser - parlare di marchio Family Audit per certificare le organizzazioni che si impegnano nella conciliazione tra vita familiare e vita professionale: nel settore delle Apsp c’è stata invece la rincorsa a certificarsi”.

Oggi i problemi sono aggravati anche dalle sospensioni per mancata vaccinazione di molti operatori e dal fatto che non si parla di rinnovo contrattuale. “Non tocchiamo l'argomento stipendi – conclude Moser – Il rinnovo contrattuale non è all’orizzonte; un Operatore socio sanitario che lavora su 3 turni, comprese la notte e le festività, non arriva a 1.400 euro netti, per poi vedersi cancellate le ferie per mancanza di operatori! Per questi motivi come Fenalt abbiamo dichiarato lo stato di agitazione, abbiamo aspettato per vedere se ci fosse una visione o un programma che mettesse rimedio a tale stato di cose, ma, vedendo che programmi seri in atto non ce ne sono, non prossimo far altro che manifestare il nostro disappunto davanti all’Assessorato. A breve organizzeremo una manifestazione di protesta a favore degli operatori e della qualità del servizio”.

Delusione anche da parte di Luigi Diaspro (Fp Cgil) e Giuseppe Pallanch (Cisl Fp): "Invece che dare risposte, sono aumentate le domande e l'incontro si è rivelato stucchevole: nessuna risposta su soluzioni organizzative di breve e medio periodo, a partire dalla copertura dei turni nelle diverse Rsa. I parametri minimi che si stanno applicando, l’utilizzo improprio di personale per mansioni diverse da quelle previste dal profilo professionale - dicono le funzioni pubbliche di Cgil e Cisl – sono urgenze che ci vengono rilevate ogni giorno, con intuibili ricadute sugli ospiti delle case di riposo. Non si possono aumentare i numeri e i parametri per rimodulare l'organizzazione facendo finta di nulla: serve un piano attuabile e da valutare; i tempi sono già stretti e una pianificazione dei fabbisogni è urgente".

Le implementazioni dei contingenti di accesso alla professione infermieristica e Oss promesse per i prossimi anni non bastano, secondo il sindacato. Che torna a chiedere il rinnovo del contratto. «È un aspetto prioritario. I sacrifici di questi lavoratori devono essere riconosciuti e compensati: si devono sbloccare i 3.400.000 euro per garantire gli impegni del contratto collettivo e l’aggiornamento delle indennità specifiche contrattuali".

"L’incontro di oggi è stata l’ennesima occasione sprecata per dire che si è incontrato il sindacato. Ma incontri di questo tipo non servono a nulla se non tracciano una prospettiva di lavoro condiviso. Continueremo con la mobilitazione a partire dal 26 ottobre in Piazza Dante con tutte le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego trentino", concludono Diaspro e Pallanch.

 

 

 













Scuola & Ricerca

In primo piano