IL DIBATTITO

«La metropolitana serve fra Arco e Riva» 

I due Comuni uniti nella richiesta alla Comunità di Valle: «Occorre pensare ad un sistema di collegamento veloce»


di Gianluca Marcolini


ALTO GARDA. «La metropolitana serve fra i due centri più grandi dell’Alto Garda per sgravare il territorio di una fetta importante di traffico». Più che fra Riva e Ledro, ipotesi suggestiva ma che fatica a scaldare gli animi e in particolare degli amministratori rivani (ma il promotore, il consigliere provinciale Luca Giuliani, non demorde e confida di riuscire a convincere tutti della bontà dell’idea), la metropolitana di superficie s’ha da fare soprattutto fra Riva e Arco, almeno secondo le due municipalità che su questo punto si trovano in sintonia.

Gabriele Bertoldi, in consiglio comunale a Riva capogruppo del primo partito di governo (Pd) e presidente della commissione urbanistica, lo ha spiegato bene nel suo intervento dell’altra sera, nell’aula udienze delle scuole Giacomo Floriani, durante l’audizione pubblica organizzata dalla Comunità di Valle nell’ambito del processo partecipativo per l’adozione del Piano stralcio della mobilità dell’Alto Garda e Ledro. «Va prevista nel piano la possibilità di realizzare un sistema meccanizzato per collegare Riva e Arco», ha sottolineato Bertoldi nella sua esposizione agli estensori dell’elaborato cartografico toccando, fra le altre cose, anche i temi della mobilità leggera e del depotenziamento di via Canella.

Alessandro Betta, sindaco di Arco, è sulla stessa lunghezza d’onda: «I due grandi centri devono poter disporre di un collegamento veloce e continuo, per l’intera giornata, ad esempio dalle 6 alle 22, tanto per buttare lì degli orari. Trattasi di un primo passo verso la modernità e che andrebbe accompagnato da un’ulteriore riqualificazione del sistema di trasporto pubblico urbano per consentire il collegamento con l’asta fra Arco e Riva delle diverse frazioni».

Altra cosa, poi, è il collegamento fra l’Alto Garda e la Vallagarina: per Betta, accanto alla galleria e alla Cretaccio-San Giovanni (la Loppio-Busa, tanto per intendersi), va realizzato anche un sistema di mobilità alternativa alla circolazione stradale. Il treno o la metropolitana di superficie. «Quale fra le due ipotesi non spetta a me dirlo, ci sono i tecnici che devono fornirci tutti gli elementi per decidere, dico solo che lo si deve fare».

Nel Piano stralcio sulla mobilità sono stati inseriti anche i due “collegamenti meccanici automatizzati”, ossia quello fra Nago e Torbole (pensato per venire incontro alle esigenze dei ciclisti) e quello che sale dal centro di Arco fino al castello. Entrambe le ipotesi per ora stanno sulla carta a differenza del progetto di funivia fra Riva e il Bastione i cui lavori sono già stati appaltati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano