La casa di riposo rischia il buco per la mancanza di nuovi ospiti 

Apsp “Città di Riva”. Il presidente Matteotti e il nuovo direttore Preti preoccupati per un possibile calo di personale «Paghiamo il difetto di strutture vecchie, si allungheranno le liste di attesa». In arrivo il salotto esterno per le visite dei parenti


Nicola Filippi


Riva. A causa del covid-19 l’apsp “città di riva” nel 2021 rischia di ritrovarsi nelle casse un “buco” di oltre un milione di euro. il 30% del bilancio. non per cattiva gestione. tutt’altro. lo spiegano, senza timori di smentita, lucio matteotti, presidente, e davide preti, il nuovo direttore della struttura per anziani di via ardaro. due sono i fattori che contribuiscono a creare il “rosso”: l’edificio “datato”, con stanze troppo grandi rispetto ai nuovi standard della sicurezza, e 24 posti letto vuoti: «questo perché - spiega il direttore preti - non abbiamo ricominciato, come altre strutture, ad accogliere nuovi ospiti». per garantire gli isolamenti «è inopportuno avere stanze con 3/4 ospiti». le altre strutture del trentino hanno camere da uno, massimo due ospiti. questa carenza di ospiti ha un altro riflesso, allarmante. sulla pianta organica: «potrebbe esserci una riduzione del personale, ma questa non può essere proporzionata al numero degli ospiti, perché mette a rischio tutte le regole minimali di etica e di morale nel lavoro che stiamo facendo e sulla qualità dell’assistenza», ribadiscono matteotti e preti. questo deficit di posti letto, che si è già manifestato nel 2020, crescerà nel 2021. «saremo in grado di soddisfare le richieste del territorio per un quarto di meno», spiega il presidente matteotti. tradotto: se prima le liste di attesa erano lunghe, «adesso si allungheranno ancora di più». in tutte le tre case di riposo più vetuste della zona: arco, riva e ledro.

«le nostre case di riposo rappresentano un unicum nel panorama provinciale - spiega il direttore davide preti - scontano il difetto di strutture vecchie. dro è tutta nuova, riva sta sorgendo la nuova cittadella, me nel suo complesso siamo in ritardo». «questa situazione precaria - spiega il presidente matteotti - va ad incidere sul welfare. sulla residenzialità dei nostri anziani rischiamo un bagno di sangue». il quadro emergenziale dovrebbe durare fino a primavera inoltrata, finché non sarà trovato un vaccino.

Intanto, però, il cantiere per la nuova cittadella dell’accoglienza cresce, a vista d’occhio. il cantiere, bloccato per mesi a causa dell’emergenza, ora sta bruciando le tappe. «è un cantiere molto complesso - ammettono matteotti e preti - ma adesso sta andando avanti velocemente».

I lavori sull’ex ospedale, di proprietà dall’apsp, ora occupato dalla succursale del liceo maffei, sono portati avanti alla provincia, come interventi di manutenzione, concordati con la dirigenza dell’apsp. riguardano la nuova copertura, le facciate e il rifacimento dei giardini, per 6/700 mila euro, in cambio della concessione che l’apsp ha fatto dal 2014 al 2020 alla provincia per l’affitto dell’edificio al maffei.

Infine, la grossa novità. in vista dell’inverno, per favorire le visite dei parenti ai propri cari, l’apsp “città di riva” si doterà di un “salotto esterno”, in plexiglass trasparente, una “pergola bioclimatica” in grado di soddisfare tutte le disposizioni sanitarie in tema di contrasto alla diffusione del virus. «abbiamo vinto due concorsi della foNdazione caritro che metteva a disposizione 10 mila euro per progetto per aiutare le strutture sanitarie per anziani a ripartire dopo l’emergenza covid-19 - spiegano infine matteotti e preti - il primo progetto riguarda la compartimentazione al secondo piano, con stanze dedicate all’isolamento». l’altro progetto riguarda la creazione di un salotto esterno, attaccato alla struttura, che consentisse le visite in un ambiente caldo e accogliente, con piante. «al di là delle normative che ci imporranno per il contatto fisico fra parenti e ospiti, noi costruiremo un salotto vero e proprio, con tavolini e divanetti - concludono - questo progetto è molto più costoso, ma ci ha dato una grossa mano il comune. il progetto, con tutte le opere a latere, verrà a costare 35 mila euro».

«siccome “grondiamo sangue” a livello finanziario, siamo andati a cercare contributi. ho chiesto al comune - conclude il presidente matteotti -. ci ha dato un contributo sorprendente: 35 mila euro. che coprirà tutte le spese e ci permetterà di arredare il salotto». sarà pronto a metà di novembre.













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