«Un “vizio di legge” incastra i ladini nonesi» 

Val di non. Pd della Val di Non e associazione Rezia uniti per uno scopo comune: difendere la ladinità nonesa. Pare vi sia nuova consapevolezza e sensibilità rispetto alla minoranza linguistica...



Val di non. Pd della Val di Non e associazione Rezia uniti per uno scopo comune: difendere la ladinità nonesa. Pare vi sia nuova consapevolezza e sensibilità rispetto alla minoranza linguistica nonesa ladina, il cui riconoscimento viene vissuto come un’urgenza culturale.

Il direttivo della sezione del Partito Democratico ha fatto propria la risoluzione dell’ex parlamentare Sergio de Carneri, per la felicità della coordinatrice dell’associazione nonesa ladina Rezia, l’ex consigliera provinciale Caterina Dominici. «Finalmente un altro partito prende posizione a favore – dichiara Dominici – rispettando la legge dello Stato e i 10 mila nonesi che in un regolare censimento sulle minoranze linguistiche si sono dichiarati ladini».

Un pensiero condiviso anche dal presidente dell’associazione Walter Clauser, sindaco di Malosco, che sottolinea: «Anche il Pd della Val di Non ha capito l’importanza di questo riconoscimento. L’ostruzionismo che i diecimila nonesi hanno subito da parte del Governo provinciale dell’allora presidente Rossi, che bloccò ciò che in teoria avrebbe dovuto portare avanti riconfermando semplicemente l’esito referendario, è stato una vergogna» ricorda amaramente Clauser.

Per lo Stato italiano, infatti, la popolazione della Valle del Noce, dichiaratasi ladina per il 25% nel censimento del 2011, risulta essere una minoranza linguistica. Ma questo automatismo, che sussiste per le altre Regioni a Statuto ordinario, non vale per il Trentino che gode dell’Autonomia speciale. Attualmente, quindi, la minoranza linguistica ladino nonesa è incastrata in un “vizio di legge”. La parte finale del procedimento spetta alla Provincia di Trento che dovrebbe prevedere l’inserimento di nuove norme di attuazione nello Statuto vigente. Un iter che finora non si è concretizzato.

«Ecco perché la nostra lotta al riconoscimento continua» incalza Caterina Dominici. Una lotta che per l’ex parlamentare e storico Sergio de Carneri dovrebbe essere di tutti, al fine di tutelare l’eccezionalità dell’unica minoranza ladino-retica presente in Italia.

«Prendo atto, con grande soddisfazione, che finalmente una forza politica ha prestato orecchio alle denunce di Rezia riguardo al fatto che i 10 mila dichiaranti nonesi e solandri, che nel censimento linguistico del 2011 si erano dichiarati ladini, sono stati considerati... fassani, e cioè appartenenti a un gruppo linguistico ladino dolomitico, che non ha mai avuto niente da fare con quello ladino retico della Valle del Noce» commenta de Carneri.

E alle domande sul futuro di questa discussa minoranza, l’ex parlamentare risponde chiedendo di guardare alla questione non in un’ottica politica, ma culturale. «Mi auguro che altre forze politiche seguano questo esempio. La questione riguarda infatti non questo o quel partito, ma l’intera comunità della Valle del Noce – conclude de Carneri –. L’augurio è che anche i Comuni e le altre istituzioni di Valle prendano posizione, in modo che nel censimento del 2021 i ladini retici della Valle del Noce possano finalmente esprimere sulla scheda la loro vera identità”. F.B.

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