Rovinati dal maltempo 4 km di pista ciclabile 

Valle di Sole, i danni maggiori a Caldes, Malé e Dimaro. Nel capoluogo di valle 80 metri di percorso sono spariti completamente, portati via dalla furia del Noce


di Sergio Zanella


VAL DI SOLE. Passato l’incubo maltempo, per la Val di Sole è tempo di bilanci anche in tema di ciclabili. La lunga tratta ciclopedonale che collega Mostizzolo a Cogolo di Pejo per un tracciato di oltre 30 chilometri è stata infatti danneggiata in più punti da torrenti e fiumi in piena a causa delle forti piogge, smottamenti e frane. Di fatto la rete ciclabile solandra risulta la seconda più colpita del Trentino dopo la rete viaria della Val di Fiemme.

A quantificare i danni è il presidente della Comunità di Valle Guido Redolfi, che, nel tracciare un bilancio su quanto avvenuto in Val di Sole, ha voluto comunque lanciare segnali di ripresa per un territorio che è da sempre legato al ciclismo e al vivere all’aria aperta.

«In Val di Sole le abbondanti precipitazioni avvenute tra fine ottobre e inizio novembre, oltre a creare danni alle attività imprenditoriali, alle strade e ai paesi, hanno anche colpito diversi tratti della ciclabile. Dai rilievi effettuati la scorsa settimana, risulta che ben 3,8 chilometri di ciclabile siano al momento inagibili per diversi motivi. I danni maggiori sono stati riscontrati a Caldes, Malé e Dimaro. A Caldes, dove la ciclabile è stata investita da un paio di colate di fango, abbiamo la situazione meno preoccupante, perché una volta sgomberata la sede stradale da fango e detriti tutto tornerà alla normalità. A Dimaro, comune simbolo dell’alluvione, al momento non siamo in grado di quantificare i danni occorsi alla ciclabile investita dall’esondazione del Rio Rotian. Comunque pare che i guai siano unicamente alle roste del fiume Noce, ma serviranno ancora alcune giornate per liberare definitivamente la pista e valutarne la reale entità».

«A Malé - prosegue il presidente della Comunità di Valle - si sono invece riscontrati i problemi più gravi. La ciclabile, infatti, qui è sparita completamente per 70-80 metri a causa dell’enorme forza del fiume Noce in piena. Negli scorsi giorni è stata attivata con somma urgenza un’iniziativa mirata alla ricostruzione e alla messa in sicurezza del tratto eroso dall’acqua, per un costo che potrebbe attestarsi sui 350 mila euro. L’obiettivo è di riuscire ad eseguire le opere di ricostruzione e ripristino durante l’inverno e la prima parte della primavera per aprire l’intera ciclabile entro aprile o maggio del prossimo anno, ossia quando si riaprirà la stagione delle uscite in bicicletta. In quel periodo si registrano nei weekend 400-500 passaggi, riteniamo pertanto importante - conclude Guido Redolfi - garantire per quel periodo un regolare ripristino della viabilità ciclopedonale».















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