Morti due neonati prematuri a Bolzano: infezione batterica
Entrambi erano ricoverati in terapia intensiva neonatale all'ospedale cittadino: sono stati colpiti dall'agente patogeno Serratia marcescens. Nel reparto disposte verifiche e misure di sicurezza aggiuntive, come la disinfezione completa dei locali. La Procura di Bolzano: in corso accertamenti affidati al Nas dei carabinieri
Due neonati prematuri sono morti nel giro di poche ore all'ospedale San Maurizio di Bolzano. Uno dei neonati è morto martedì, l'altro nella notte di mercoledì.
Entrambi erano ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale dell'ospedale del capoluogo altoatesino. Gli altri piccoli pazienti potrebbero essere trasferiti in altro reparto per evitare di venire a contatto con il batterio.
Si chiama Serratia marcescens l'agente patogeno che ha ucciso i due neonati. Lo ha confermato l'Azienda sanitaria di Bolzano dopo una conferenza stampa in cui la Direzione sanitaria ha espresso vicinanza alle famiglie dei piccoli assicurando "che saremo a loro fianco in questo momento".
La Procura di Bolzano comunica che "sono in corso accertamenti preliminari affidati al Nas dei carabinieri per verificare il rispetto dei protocolli e la presenza di eventuali carenze igieniche nel reparto di terapia intensiva neonatale. Ad esito di tali accertamenti la Procura valuterà se effettuare un'autopsia come fatto non costituente reato, omicidio colposo contro ignoti, omicidio colposo contro persone indagate. Le salme dei due neonati sono attualmente congelate in vista dell'autopsia".
Il team del Reparto di Terapia intensiva neonatale e la Direzione dell'Ospedale, in stretta collaborazione con la Direzione dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige, hanno intanto adottato ulteriori misure di sicurezza aggiuntive a quelle standard, che vanno dall'identificazione di possibili fonti di infezione, al controllo intensificato, alla disinfezione completa dei locali, fino a misure di isolamento. Fino a nuovo avviso, nessun nuovo neonato prematuro sarà ricoverato nel reparto.
Noto da oltre due secoli, molto diffuso e considerato innocuo fino a metà del secolo scorso, il batterio Serratia marcescens è noto oggi per essere fra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere.
È in agguato soprattutto nelle unità di terapia intensiva e può provocare polmoniti, infezioni del tratto urinario, infezioni del sangue e meningiti, come rileva il Gruppo italiano studio igiene ospedaliera (Gisio) della Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). Risale al 1961 la prima descrizione di casi letali di infezione nei neonati e da allora la letteratura scientifica ha riportato molti episodi di epidemie causate da questo batterio nei neonati, anche con elevati tassi di mortalità.
Oltre alle conseguenze più note dell'infezione da S. marcescens, i neonati sono particolarmente suscettibili alle infezioni dell'occhio, in particolare le congiuntiviti. I nati prematuri, come le vittime del batterio nell'ospedale di Bolzano, sono i più esposti al rischio di infezioni.
Sono considerati fattori di rischio anche il basso peso alla nascita, la degenza prolungata, l'uso di antibiotici e l'esposizione a procedure invasive come la ventilazione meccanica e l'uso di cateteri per la nutrizione parenterale. Poichè queste ultime pratiche sono molto comuni nelle Unità di terapia intensiva neonatale, è molto importante intensificare in questi luoghi le misure di controllo delle infezioni ogni volta che questi microrganismi vengono isolati in un paziente ricoverato.
Un compito non facile, considerando che l'infezione può persistere per lunghi periodi nei neonati, anche in modo asintomatico e nonostante l'uso di antibiotici. E' molto importante, rileva la Siti, identificare prima possibile i casi di infezione e mettere in atto le misure di controllo, in particolar modo l'igiene delle mani, l'uso dei guanti e la pulizia ambientale. [ANSA]