Nuova azione legale contro l'autovelox riacceso al passo Giau
L'associazione Altvelox fa sapere di aver depositato la quinta denuncia sul caso del valico fra Agordino e Ampezzano, in provincia di Belluno: al centro sempre la questione della omologazione dei dispositivi di misurazione della velocità
IL CASO Passo Giau: riacceso l'autovelox, limite alzato ai 70 all'ora
Nuova azione legale dell'associazione Altvelox contro l'autovelox più famoso delle Dolomiti, quello sul passo Giau, in provincia di Belluno. Il dispositivo è stato riacceso dopo un periodo di sospensione dovuta all'incertezza normativa, si ricorderanno le pronunce della Cassazione e le iniziative ministeriali sulla questione e sulla distinzione fra la sola autorizzazione e la omologazione tecnica degli strumenti.
Lo scopo dell'autovelox in quel tratto di strada e dissuadere i non pochi che sfrecciano sui passi dolomitici, creando situazioni di pericolo e di disturbo.
Ha fatto spesso parlare di sé per il numero elevato di trasgressioni che rileva sulla strada dolomitica fra l'Agordino e la conca ampezzana. Tenuto conto delle direttive del ministero presieduto da Matteo Salvini, l'impianto di rilevazione è stato riattivato ma alzando contestualmente il limite di velocità dai precedenti 50 a 70 chilometri orari. Quest'ultima, in sostanza, è la soglia minima consentita dal decreto, che fra l'altro vieta anche l'installazione di autovelox su strade urbane dove il limite di velocità è inferiore ai cinquanta all'ora.
Ma sulla vicenda è intervenuta nuovamente Altvelox, che ha spiegato in un comunicato: «L’associazione ha depositato venerdì 31 ottobre la quinta denuncia querela sull’uso degli autovelox nel Comune di Colle Santa Lucia, con segnalazione alle massime autorità giudiziarie, contabili e di controllo, tra cui Cassazione, Corte d’Appello di Venezia, Tribunale e Procura di Belluno, Csm, Corte dei conti, Ministero della Giustizia, Ispettorato generale e Ministero dell’Interno e Anac, il tutto formalizzato in atti, con indicazione dei soggetti e dei profili di illecito ipotizzati.
Il cuore del problema sta sempre sugli strumenti elettronici usati per le sanzioni che risultano privi della necessaria omologazione, come impongono gli articoli 45 e 142 del Codice della strada e il relativo Regolamento, e vengono impiegati senza una reale istruttoria su incidentalità, requisiti tecnici della tratta e piani del traffico aggiornati. Questo produce verbali vulnerabili, contenzioso ripetuto, costi pubblici inutili», conclude l'associazione.
Nel frattempo, i Comuni, chiamati da Roma a censire i propri autovelox, restano in attesa di un definitivo avvio del nuovo sistema che renda il quadro stabile e inoppugnabile.