Addio a Gino Endrizzi, buono e generoso 

Mezzocorona, classe 1924, fu arrestato dai tedeschi. Gestì una pizzeria sul Listòn e fu presidente Avis


di Marco Weber


MEZZOCORONA. Gino Endrizzi, classe 1924, è morto nei giorni scorsi. Un altro testimone degli orrori della seconda guerra mondiale non c'è più. Aveva soli 19 anni Endrizzi quando venne arrestato dai tedeschi. Partito per il servizio militare nell’agosto 1943, Gino Endrizzi si trovava nella caserma di Trento l’8 settembre di quell’anno, giorno nel quale l’esercito italiano rimase senza guida, alla mercé dei tedeschi. Il generale Badoglio aveva gettato la spugna, arrendendosi al generale Eisenhower, ed i tedeschi da quel momento in poi considerarono gli italiani come traditori. E come tali li trattarono. Gino e i suoi commilitoni furono dapprima portati nel campo di aviazione Caproni a Gardolo, dove dormirono negli hangar sotto gli aerei, poi dopo qualche giorno messi in vagoni merci e portati in Germania per essere smistati nei diversi campi di lavoro. Il nemmeno ventenne Gino Endrizzi fu “alloggiato” a Norimberga nello “Stalag XIII-D Nürnberg Langwasser”. E lì è rimasto fino alla liberazione per opera degli americani. Americani che Gino seguì come volontario, stando per un periodo al loro servizio in Austria. Infine il rientro a casa. Era ridotto così male che fu necessario un ricovero alla casa di cura di Varazze, provincia di Savona, prima che fosse in grado di riprendere in mano la propria vita. A risarcimento dei patimenti subiti Endrizzi ha ottenuto una piccola pensioncina dalla Provincia (pochi euro al mese, una ventina). Un paio d’anni dalla fine della guerra il Governo Italiano gli consegnò una medaglia. Anche l’Anpi (associazione nazionale partigiani) gli dette un attestato. Nel 2009, ne parlammo su questo giornale, ha ricevuto anche una medaglia dal Commissariato del Governo di Trento.

Gino Endrizzi ha avuto una vita lunga e laboriosa, riempita dall'affetto della moglie Fidalma e della quattro figlie Mariangela, Mapiapia, Luigina e Giovanna. Era conosciuto in Rotaliana anche per aver gestito con la famiglia per parecchi anni una pizzeria a Mezzolombardo, sul Listòn. Persona generosa, fu tra i fondatori della sezione Avis di Mezzocorona e all'attivo aveva più di cento donazioni. Molte delle quali, erano altri tempi, fatte fianco a fianco con partorienti alle quali il suo sangue salvava la vita. Gino Endrizzi ha ottenuto l'onore, riservato a pochi, di potersi fregiare del titolo onorifico di Cavaliere della Repubblica. Il nipote Francesco di 19 anni, la stessa età che aveva il nonno quando venne internato, lo ricorda così: «Ricorderò sempre con affetto la tua cordialità. Durante tutta la tua lunga vita sei stato un uomo giusto e coerente nelle tue scelte, pur nella tua semplicità. Ciao caro nonno».

Il funerale si è svolto mercoledì nella chiesa parrocchiale di Mezzocorona.















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