La procura ora indaga sul ponte 

Darzo, il presidente Marini invitato dal magistrato per spiegare la situazione della costruzione



DARZO. La riunione del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Darzo e Lodrone di giovedì sera ha fatto chiarezza sulla situazione del sodalizio. La realtà è complicata, ma ora è possibile ragionare con cognizione di causa sul futuro del Cmf.

Come rivelato dal presidente del Cmf Narciso Marini, i punti fermi da cui partire sono le procedure legali e amministrative già avviate. In primis c'è la richiesta della Provincia di riavere indietro dal Cmf 918 mila e rotti euro contro cui il Consorzio ha incaricato il legale Laura Tardivo di Riva del Garda di fare ricorso al Tar. Ciò sospenderà l'esecutività della richiesta almeno fino al giudizio dei giudici. Accanto a questa procedura ci sono però anche 2 indagini. Una amministrativa, ad opera della Corte dei Conti, che nei giorni scorsi ha inviato la Guardia di Finanza a prelevare le carte del ponte sul Chiese la cui costruzione ha originato tutto questo marasma. L'altra penale, col Procuratore Pasquale Profiti che ha inviato a Marini una richiesta a presentarsi per spiegare la situazione. È chiaro che si profilano spese legali di un certo peso e perciò si è deciso di aprire un conto, il cui Iban sarà presto reso noto, chiedendo a tutti di versare una piccola cifra per sostenerle. L'obiettivo è quota 20 mila euro. Considerato che i soci del Cmf sono più di 800 la cifra che ciascuno dovrebbe sborsare non sarebbe insormontabile, si parla di circa 25 euro a socio.

Quanto alle possibilità che la difesa del Cmf vada a buon fine, giovedì sera sia il presidente Marini che il sindaco di Storo, l'avvocato Turinelli, hanno ribadito che la partita non sarebbe persa. Entrambe hanno sottolineato che tutta l'opera del ponte sul Chiese è nata e si è conclusa in seno al Comune di Storo e che il Cmf sarebbe stato solo un "braccio operativo" della politica comunale dell'epoca. La documentazione sarebbe stata preparata dagli uffici comunali, che al tempo gestivano anche la segreteria del Cmf, e a Marini, pena la scadenza dei termini per la richiesta dei contributi, sarebbero stati solo 2 giorni per approfondire le pratiche prima di firmare i 4 atti notori che gli vengono contestati.

Il Cmf di Darzo e Lodrone una strada per uscire dai guai l'ha tracciata, spetterà però ai giudici dire se essa sia o meno praticabile. (s.m.)

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