Lavori per 5,2 milioni per il ripristino post Vaia 

La tempesta a Predazzo. La giunta di Maria Bosin ha già finanziato la sistemazione di numerose strade forestali. Paravalanghe e paramassi in arrivo sul versante sud del Monte Mulat


Francesco Morandini


Predazzo. Sfiorano i 5,2 milioni di euro gli interventi complessivi che l’amministrazione comunale di Predazzo ha realizzato, o ha in programma, per far fronte ai danni del ciclone Vaia. Di questi 492.452 euro sono a carico del Comune e il resto finanziato dalla Provincia. «Tuttavia – afferma la sindaca Maria Bosin nel corso di un incontro con la giunta comunale per fare il punto della situazione – chiederemo un ulteriore finanziamento di 189.000 euro, oltre i 200.000 già garantiti, per la sistemazione della strada di Valmaggiore». Nel frattempo la giunta – precisa l’assessore Paolo Boninsegna - ha già finanziato la sistemazione di numerose strade forestali: Bedovina, Fessuraccia, Malgola, Terre rosse, La Pozza, Scofa (con il ponte tibetano). Inoltre la Comunità di Fiemme dovrebbe intervenire mettere in sicurezza le zone soprastanti le pareti di Sottosassa per poter aprire la strada in estate.

Altri interventi riguardano la strada di Viezzena e quella di Tremenasa.

Una serie di provvedimenti urgenti finanziati totalmente dalla Provincia con 692.407 euro, sono già stati effettuati (228.631 euro già nel 2018).

L’intervento più complesso

Resta l’intervento più complesso che inizialmente sembrava si assumesse in regia diretta la Provincia e che invece sarà a carico del Comune, ma finanziato totalmente dalla Provincia per 3 milioni di euro. Si tratta dei lavori di sistemazione del versante sud del Monte Mulat e della messa in sicurezza dell’abitato con la costruzione di paravalanghe e il ripristino della funzionalità dei paramassi. «I 3 milioni sono previsti nell’ordinanza del Presidente – precisa la sindaca Maria Bosin – ma il contributo non è ancora stato comunicato. Abbiamo avviato la progettazione sulla parola. Teniamo presente – aggiunge – che si tratta di una stima fatta in inverno. Col disgelo si è notata la necessità di opere e interventi non rilevati prima».

Sul Mulat l’esbosco nella fascia a ridosso dei prati è già a buon punto. Prima di intervenire nella fascia fra la “strada növa” e quella della Taoletta a quota 1300 metri circa, dovranno essere ricostruiti e ripristinate entro il 2019, le barriere paramassi. La zona più alta sarà esboscata in concomitanza con la costruzione dei paravalanghe sopra la strada a quota 1300, in particolare negli avvallamenti. «Speriamo di riuscirci prima dell’inverno – commenta l’assessore alle foreste Giovanni Aderenti - altrimenti occorrerà aspettare la primavera».

Il futuro del legname

Quanto alla fatturazione del legname – ci ricorda l’assessore alle foreste – si è già a buon punto nelle zone di Boscampo e Valmaggiore. La massa legnosa di proprietà del Comune che è stata abbattuta dal vento ammonta a 60.000 metri cubi. Di questi 20.000 sono nella zona critica del Mulat. Finora sono stati fatturati circa 12.000 mc, praticamente la ripresa di 4 anni, di cui 2000 mc di legname pregiato, con l’intervento di una grossa impresa boschiva Svizzera, la Gurdin.

Il capitolo “sentieri”

«Noi ci occuperemo solo di quelli non segnati dalla Sat» precisa Aderenti mostrandoci una lunga tabella con i verdi già aperti, quelli gialli in via di sistemazione e quelli rossi che richiederanno interventi più complessi: la strada di Sottosassa, la passeggiata Rododendri, quella della cascata, del Maso Coste e da via Bedovina allo stadio del salto. Un elenco che l’Apt aggiorna ogni 3 settimane. L’invito comunque è fermo e doveroso visto il numero di trasgressori: rispettate la segnaletica, è una questione di sicurezza.

Per l’estate l’amministrazione comunale, assieme a Ziano e agli operatori turistici e commerciali, ha peraltro un progetto per spiegare al turista cos’è successo ad ottobre ai nostri boschi, motivandolo e coinvolgendolo con una serie di iniziative ed eventi.













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