la storia

Andrea, da legionario a pastry chef: si è lasciato morire nei boschi della val di Fiemme

Il fratello ricorda Andrea Girardi, il 44enne trovato cadavere in val di Fiemme: «aveva un’intelligenza pazzesca, parlava 4 lingue ed era appassionato di storia»



TRENTO. Sono stati i tatuaggi disseminati sul corpo e riconosciuti dal fratello ad aver risolto il mistero del cadavere trovato il 2 maggio scorso in avanzato stato di decomposizione nei boschi della Val di Fiemme.

Si tratta di Andrea Girardi, 44 anni, originario di Villadose, in provincia di Rovigo. Nel suo passato anche un'esperienza nella Legione straniera francese.

Si era arruolato poco più che ventenne andando in missione nel Corno d'Africa, a Gibuti, in Guinea e in altri Paesi africani. Una esperienza, finita nel 2014, che lo aveva profondamente segnato, e che potrebbe spiegare la sua fine.

Il corpo era stato trovato da un escursionista a spasso con il proprio cane in una zona impervia e poco frequentata.

Tra i pochi oggetti recuperati nelle vicinanze dell'uomo, che si era costruito un riparo di fortuna, vi era un taccuino, su cui compariva la scritta "inizio digiuno", con un calendario scritto a mano a partire dallo scorso 30 luglio.

L'ultima data riportata è il 4 ottobre 2021. In fondo al calendario è stata scritto la parola "crematemi".

Per agevolare l'identificazione i Carabinieri avevano diffuso le foto dei brandelli d'abito ritrovati e appunto dei tatuaggi sul cadavere.

Sarà la comparazione del dna a dare la conferma ufficiale della sua identità ma esistono pochi dubbi, visto il riconoscimento dei disegni sulla pelle fatto dal familiare, che si tratti proprio di Ghirardi.

È ancora senza un nome il cadavere rinvenuto in un'area boschiva del Comune di Castello-Molina di Fiemme, in Trentino, lo scorso 2 maggio. Dalle indagini effettuate dai carabinieri è emerso che l'uomo, privo di documenti di riconoscimento, ha vissuto per diverso tempo all'interno di un rifugio rudimentale, all'interno del quale è stato trovato un block notes con un calendario iniziato il 30 luglio e conclusosi il 4 ottobre 2021. Al momento, gli unici elementi utili all'identificazione del cadavere sono i tre tatuaggi presenti sulle braccia, ritraenti un logo, forse riconducibile ad un animo combattente o al "simbolo del caos", e due scritte runiche non decifrabili. mentre il calendario potrebbe essere riconducibile a dei riti di digiuno di epoca celtica correlato ad un percorso di purificazione dell'anima. ANSA/UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

"Se li è fatti lui - racconta il fratello Riccardo all’Ansa, parlando da Londra dove si è trasferito per lavorare al British Museum - avevamo circa 16 anni quando si è comprato la macchina per i tatuaggi: voleva sperimentare su di me, io mi sono rifiutato e allora se li è fatti su di sé".

Dalle parole di Riccardo emerge il dolore per la scomparsa di una persona che, pur nelle difficoltà e nei continui cambi di vita, era riuscita ad emergere, a vivere una vita fuori dal comune. "Ha sempre fatto cose straordinarie, aveva un'intelligenza pazzesca - ricorda - .Studiava di tutto, era appassionato di storia e parlava in modo fluente quattro lingue".

Il fratello non si era preoccupato per la sua assenza, proprio perché era solito allontanarsi anche per lunghi periodi.

"L'ultima volta ci siamo visti a ottobre 2020, quando era rientrato in Italia dalla Germania - conclude il fratello - . Ai miei a fine agosto aveva detto che sarebbe andato in Svizzera per trovare un lavoro: è partito con lo zaino, lasciando a casa telefono e passaporto".

In passato l’uomo era stato in Germania, dove, grazie alla sue grandi abilità e intelligenza, era, infatti, finito a lavorare nella cucina di un rinomato ristorante preparando dolci con pregevoli decorazioni, grazie al diploma alla scuola d’arte di Castelmassa con specialità in oreficeria e alla spiccata vena artistica.













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