«Non siamo Legoland»: l’affondo di Fiorio e Parisi 

L’intervento. Le due consigliere ambientaliste di “Civica Olivaia” attaccano vari progetti «Ogni nuova infrastruttura alimenta traffico. Cambiare la mobilità, investendo sulle ciclabili»



Arco. «Non siamo a Legoland e ogni mattoncino che con frenesia mettiamo non può essere tolto». È puntando su questa metafora che Arianna Fiorio e Chiara Parisi, le due consigliere comunali elette in rappresentanza di “Civica Olivaia Etica e Ambiente”, tornano a far sentire ufficialmente la loro voce. Un duro intervento di censura, il loro, nei confronti dei tanti progetti per lo sviluppo del territorio di cui si è sentito parlare in queste settimane. Progetti che le due rappresentanti ambientaliste bocciano come superati, perché «continuano ad aggiungere anziché riparare e correggere. Lentezza, cura e attenzione non significano solo bellezza o vezzo di alcuni, ma sono un’esigenza ambientale e climatica di cui non basta parlare. È l’ora di agire anche per rispetto alle future generazioni».

Lunga la serie degli interventi che non le convince: tunnel sotto il Brione, tratte ferroviarie ad alta velocità, funivie, ciclabili sotterranee, nuovi centri sportivi e polifunzionali, golf, parchi acquatici, immobili e infiniti parcheggi, con particolare riferimento a quelli che diventerebbero realizzabili grazie alla perequazione una volta attuata la Variante 15. Le conseguenze, se venisse realizzato quanto prospettato, sarebbero preoccupanti: «Si fa finta di non sapere – sostengono Parisi e Fiorio – che ogni nuova infrastruttura alimenta il traffico, si fa finta di non sapere che l'inquinamento atmosferico è una delle principali minacce alla nostra salute e causa di numerosissime morti premature, si fa finta di non sapere che non possiamo attrarre più turisti perché siamo già in overtourism».

Gli interessi speculativi di pochi, per le due rappresentanti dell’ambientalismo arcense, non possono più dettare legge: «Dobbiamo avere il coraggio di dirci che l'inquinamento e il traffico non si riducono con nuove strade e parcheggi, ma solo cambiando la nostra mobilità. Investendo in modo deciso e risoluto in ciclabili urbane e recuperando, anche grazie alla creazione di nuovi sensi unici, carreggiate ciclabili. Inoltre, il punto di ricaduta di qualsiasi intervento non può prescindere dall'aver messo sulla bilancia la sostenibilità ambientale che non può e non deve essere la Cenerentola». Come nel caso degli interventi sulla Sarca a prevenzione di eventuali, nuovi eventi catastrofici: «Non è concepibile nel 2020 un intervento completamente avulso dalla tutela ambientale del fiume quale essere vivente e rete ecologica. Sicurezza e ambiente meritavano pari dignità». Per non parlare del vallo tomo in corso di realizzazione a Linfano: «Un'opera impattante come quella era veramente l'unica possibile? Dovremmo essere consci che ogni problema di sicurezza lo abbiamo causato noi andando a collocare case sulle rive di un fiume o sotto pareti rocciose. Perché se questo non è chiaro, difficilmente non rifaremo gli stessi errori».

La chiusura del loro intervento Parisi e Fiorio la lasciano alle parole del professor Paolo Pileri, docente di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano: «Siamo cittadini con bassissima consapevolezza ecologica e ambientale e la politica che ci rappresenta pure». La speranza è che «eventuali nuove risorse per la Busa si tramutino nell’opportunità di cambiare rotta».G.R.

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