Muore a ventidue anni in casa dell’amico 

La rivana Alina Amelina trovata senza vita in un’abitazione a Massone, stroncata nel sonno da un arresto cardiocircolatorio



ARCO. Si è accorto subito che qualcosa non andava, perché l’amica non sembrava semplicemente addormentata, immersa in un sonno molto profondo. Non dava proprio segni di vita. L’uomo, un arcense di 37 anni che vive a Massone, ha provato a chiamarla e a scuoterla, sperando così di poterla svegliare, ma ogni tentativo è stato inutile. A quel punto ha capito che la situazione era non solo inusuale ma anche molto grave e così l’arcense ha dato l’allarme, chiamando il pronto intervento. In casa sua c’era il corpo privo di vita di Alina Amelina, rivana di 22 anni, di origini ucraine. Stroncata, durante il sonno, da un arresto cardiocircolatorio.

A nulla sono valsi i tentativi di rianimarla, in primis da parte dello stesso amico che, al telefono con i soccorritori, si è fatto guidare nel tentativo di prestare aiuto alla ragazza rivana.

Erano circa le 9.30 quando l’arcense ha fatto la terribile scoperta. La telefonata al 112 ha dato avvio alle operazioni di soccorso. I primi ad arrivare nella casa di Massone sono stati i sanitari del 118 dell’ospedale di Arco, ai quali però non è stato possibile fare altro se non controllare i parametri vitali della ragazza e stabilire che purtroppo non c’era più nulla da fare. A quel punto sono stati fatti intervenire anche i carabinieri per le procedure del caso.

I militari della Stazione di Arco, guidati dal comandante Mirko Sollecito, hanno raggiunto l’appartamento dell’arcense e si sono messi al lavoro per cercare di ricostruire ciò che era successo e soprattutto per raccogliere elementi utili a capire cosa avesse portato, qualche ora prima, alla morte della povera ragazza che è avvenuta, questo è certo, per un arresto cardiocircolatorio.

Alina Amelina abitava a Varone con i genitori e la nonna. La famiglia, originaria dell’Ucraina, si è trasferita a Riva ormai da diversi anni e qui nell’Alto Garda ha messo radici. Lo stesso ha fatto Alina, che a ventidue anni aveva già dovuto affrontare momenti e sfide difficili ma che stava cercando di risollevarsi e trovare una propria strada.

I carabinieri di Arco hanno controllato tutto l’appartamento in cerca di ogni elemento che potesse risultare utile a fare chiarezza sulla morte improvvisa di una ragazza di appena ventidue anni, che aveva ancora tutta la vita davanti da vivere.

Nella casa non è stata trovata alcuna traccia di droga e niente che possa ricondurre alla causa scatenante della morte. Pertanto, nei prossimi giorni, potrebbe rendersi necessario l’esame autoptico per capire le cause del decesso dopo l’arresto cardiocircolatorio.

Nella giornata di martedì, passato il ponte pasquale, la relazione dei carabinieri, che hanno compiuto il sopralluogo nella casa di Massone e le successive verifiche, verrà inviata dal capitano della Compagnia di Riva, il capitano Marcello Capodiferro al tribunale di Rovereto. Spetterà, dunque, al Pm De Angelis, che era di turno ieri mattina in Procura, stabilire se affidare o meno l’incarico per l’autopsia.

Ai carabinieri è toccato il mesto compito di avvisare i genitori di Alina della morte della loro figlia. La notizia li ha devastati: tra l’altro Alina non aveva fratelli e ciò rende ancora più dura la situazione per mamma e papà che adoravano la loro figlia.

Alina Amelina era una ragazza socievole e con molti amici e dunque saranno in tanti, oggi, con il cuore a pezzi per la perdita di una persona cara, una giovane vita spezzata alla tenera età di 22 anni.

Tra i più scossi sicuramente l’amico che per primo ha dato l’allarme e che ha provato a rianimare la giovane fino all’arrivo dei sanitari del 118. Un momento tremendo che rimarrà per sempre impresso.

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