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Anagrafe genetica dei cani, il consiglio provinciale dice no

Bolzano partirà il 1° gennaio 2022. Zeni (Pd): “Sarebbe stato un aiuto per ritrovare i cani persi e identificare i padroni maleducati che non raccolgono gli escrementi”. Segnana: "Troppi costi”



TRENTO. Non ci sarà in Trentino la registrazione del dna dei cani d'affezione in una banca dati, come avverrà in Alto Adige dal 1° gennaio 2022. Il consiglio provinciale ha infatti respinto ieri (6 ottobre) – 16 voti contrari, 12 favorevoli e 2 astenuti  – il disegno di legge proposto da Luca Zeni (Pd).

Il testo del provvedimento stabiliva che a partire dal 1° gennaio 2023 fossero registrati anche i dati relativi al profilo genetico dei cani. “I costi – si legge nell’unica norma del ddl – sono a carico del proprietario o del detentore” del cane. “Per i cani che alla data del 1° gennaio 2023 sono già iscritti all’anagrafe canina, la registrazione dei dati relativi al profilo genetico avviene entro il 31 dicembre 2024. 

“Il testo – ha spiegato Zeni – mira semplicemente a profilare i cani d’affezione con una mappatura genetica poco costosa (qualche decina di euro). Questo consente di rintracciare i cani dispersi e di sanzionare i padroni che non si curano della pulizia e del decoro delle città rimuovendo dal suolo pubblico gli escrementi dei loro animali. Il ddl affida la Giunta le modalità per procedere in questo senso, come è stato fatto in provincia di Bolzano. Basta che l’esecutivo con una convenzione preveda che anche la provincia di Trento si avvalga della banca dati altoatesina. Il consigliere ha ricordato l’orientamento favorevole espresso sul ddl dal Consiglio delle autonomie locali e che non sono certo troppo onerosi per la Provincia i 100.000 euro da lui proposti per creare un’anagrafe canina provinciale”.

L’assessora al welfare e alla salute Stefania Segnana ha motivato il no della giunta ricordando “che per i cani che mordono le persone ci sono già i microchip e che contro chi non raccoglie gli escrementi è possibile anche oggi risalire ai proprietari”. La Giunta – ha proseguito – non respinge questo ddl per motivi ideologici ma perché la commissione provinciale che si occupa di animali d’affezione e alla quale partecipa anche il Cal, ha evidenziato che su questo tema si dovrebbero affrontare altre problematiche di cui il ddl non tratta. Inoltre il ddl prefigura costi elevati a carico della Provincia perché oltre ai 100-120.000 euro previsti per la creazione di una banca dati ad hoc, che non risulterebbe sovrapponibile con quella già esistente, implicherebbe anche altre spese, ad esempio per l’analisi dei campioni genetici”.

Per Futura “c’è il problema dello smarrimento, dell’aggressione e della mancata rimozione delle deiezioni canine. Non si capisce il no della Giunta visto anche il parere favorevole del Consiglio delle autonomie locali. I valori della a sicurezza e il decoro urbano di cui la maggioranza si è riempita la bocca in campagna elettorale, sono in gioco in questo ddl”.

A sostegno del ddl anche l’Upt, per il quale “è un’esigenza sentita dai Comuni”, e Europa Verde, “per i troppi cani, 100mila, abbandonati ogni anno in Italia”.













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