Rukeli e film, pagine di boxe



Pagine sul ring, per una volta, con due libri. Il primo, Alla fine di ogni cosa è un romanzo firmato da Mauro Garofalo (Frassinelli editore).  Racconta la storia del campione tedesco di pugilato degli anni Trenta Johann Trollman, detto Rukeli, come solo i grandi romanzieri sanno fare: si fonde con il suo personaggio, ne assume lo sguardo e le emozioni e ci porta con lui nel momento più terribile della Storia, facendoci vivere una vicenda umana e sportiva, tragica e bellissima. Rukeli morirà in un campo di concentramento.  Scrive Garofalo, che pratica la boxe e che firma un esordio indimenticabile: "La prima volta che ho sentito il nome di Trollmann avevo appena finito di allenarmi al sacco. Con le mani ancora fasciate e i guantoni, appresi la vicenda del pugile a cui il nazisboxemo aveva tolto il titolo di campione perché zingaro. Per tutta risposta, la volta dopo Trollmann era salito sul ring con il corpo cosparso di farina, i capelli tinti di giallo, si era lasciato battere. Quell'uomo aveva messo in scena la sconfitta dello stesso fanatismo ariano che ora lo crocifiggeva; aveva avuto il coraggio di guardare dritto in faccia il grande male del Novecento. Mi resi conto che quella non era una storia qualsiasi, era una sfida. E dovevo seguirla." E’ invece un saggio quello di Francesco Gallo, ovvero  Il cinema racconta la boxe (Ultrail-cinema-racconta-la-boxe edizioni). Dieci film per raccontare dieci pugili straordinari. Attraverso le storie di campioni, veri o immaginari, Gallo ripercorre non solo la storia del pugilato internazionale, ma anche quella del cinema che da oltre un secolo continua a raccontare la nobile arte. Da Buster Keaton ad Alfred Hitchcock, da Luchino Visconti a Martin Scorsese, molti grandi autori hanno voluto raccontare le vicende dei campioni del ring.  Dalle vicende del famigerato Jake La Motta, immortalato nel capolavoro di Martin Scorsese fino alla Maggie Fitzgerald di Million Dollar Baby, senza dimenticare le sfide di Muhammad Ali, l’intramontabile saga di Rocky, l’ultimo Hands of stone, dedicato al pugile panamense Roberto Durán: un’indagine appassionata sul legame tra cinema e boxe che continua ad affascinare pubblico e critica.













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