il libro di fabrizia scordamaglia 

L’amore totale e per sempre come una «freccia di Zenone»

“Per quanto tempo è per sempre?” chiese Alice. “A volte solo un secondo” rispose il Bianconiglio. È un passaggio famosissimo di «Alice nel paese delle meraviglie» di Lewis Carroll ed è una citazione...


di Paolo Mantovan


“Per quanto tempo è per sempre?” chiese Alice. “A volte solo un secondo” rispose il Bianconiglio. È un passaggio famosissimo di «Alice nel paese delle meraviglie» di Lewis Carroll ed è una citazione che può aiutarci ad entrare immediatamente nel libro, di grande intensità, “La freccia di Zenone”, della roveretana Fabrizia Scordamaglia (Arca edizioni, euro 12). E, d’altronde, proprio il titolo - che richiama il famoso paradosso del filosofo Zenone, secondo il quale una freccia appare in movimento ma non si muove perché in ogni istante del suo tragitto occupa uno spazio che è pari a quello della sua lunghezza e quindi è ferma - spedisce il lettore direttamente all’essenza del grande amore, di quello che toglie il fiato e fa dire ai protagonisti: “come è possibile che siamo arrivati ad amarci così tanto; così tanto che mi sento la stessa dignità di quei capolavori che consegnano il meglio di loro all’eternità?”. In questa storia d’amore, raccontata da Scordamaglia in forma di romanzo epistolare, il lettore entra subito nelle stanze di una passione che assorbe i due amanti, Lara e Jacopo, li avvolge dentro una bolla che appare infinita nelle dimensioni e nel tempo, che appare perfetta, che li fa vivere in una totale sincerità, nella loro pienezza, nello scoprire fino in fondo le loro nudità (del corpo e dell’anima) che amano senza se e senza ma. E il lettore, per quanto inizialmente possa opporre resistenza a una scrittura che sembra esaltare il filo anche più sognante e trasognato della passione, finisce per lasciarsi imbrigliare nella tela della grande domanda che, inevitabilmente, tutti interroga prima o poi: c’è la donna / c’è l’uomo della propria vita? E quando arriva? In quale momento? E quanto tempo rimane? Rimane per sempre? “A volte sempre è solo un secondo” vi risponderebbe il Bianconiglio di Alice.

Ne “La freccia di Zenone”, dunque, tutto scorre dentro la dicotomia spazio/tempo (o “reale/pensato”) e i protagonisti un po’ si aggrappano al senso di infinito e un po’ credono d’averlo trovato, compiuto, l’una nell’altro. Così la corrispondenza - che in un primo momento pare sottolineare i momenti fugaci e l’amore clandestino - un po’ per volta mette di fronte i protagonisti (e il lettore vi è trascinaato) al senso stesso dei sapori veri e necessari della vita. Se è vero che - scrive a un certo punto Lara - “come dice Hannah Arendt, noi siamo nati per vivere non per morire, siamo nati per incominciare, perché la tensione verso il futuro è amore per il mondo”. Un libro ricco di amore. E di dolore. Di speranza. E di nostalgia.

Domani, venerdì, alle 18, alla biblioteca civica di Rovereto l’autrice presenterà il libro.













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