DENTRO IL CONTEMPORANEO»EMBERFLY GALLERY A BOLZANO

Fino a venerdì 20 aprile negli spazi della Emberfly Gallery in Piazza Vittoria 7/D a Bolzano, sarà visitabile la mostra “TEN!” di Alessandro Trapezio. Il progetto è costituito da dieci opere...


di Corinna Conci


Fino a venerdì 20 aprile negli spazi della Emberfly Gallery in Piazza Vittoria 7/D a Bolzano, sarà visitabile la mostra “TEN!” di Alessandro Trapezio. Il progetto è costituito da dieci opere fotografiche e da dieci tracce musicali di dieci musicisti diversi, invitati a comporre un brano originale ispirati da un’ immagine dell’archivio privato dell’artista. “TEN!” è un’ azione, un passaggio di contenuti intimi: Trapezio assegna ad ogni musicista una sua esperienza visiva ed emotiva, chiedendogli di contattare la loro percezione in relazione alla singola fotografia. Il ricordo visuale dell’artista si traduce così in sonoro, attraverso prospettive diverse e attribuzioni personali dei musicisti coinvolti che sono amici, conoscenti, concittadini, collaboratori, colleghi: Giungla - Melampus - Stromboli - Bologna Violenta - Francesco Brasini - His Clancyness - Jochen Arbeit - Weight and Treble - Stefano Pilia - The Shipwreck Bag Show. Il risultato è un’ opera visiva e musicale insieme, un album/catalogo prezioso venuto alla luce grazie alla collaborazione della Riff Records che ha prodotto il progetto. L’ etichetta bolzanina ha festeggiato le sue 50 uscite discografiche lo scorso sabato con un concerto speciale e alcuni tra i musicisti più interessanti del panorama contemporaneo: Jochen Arbeit ( Einstürzende Neubauten), Cesare Malfatti ( La Crus, con Chiara Castello e Stefano Giovannardi) e Ferbegy?. La mostra di Trapezio, inaugurata la stessa serata del concerto, ha ospitato il live showcase del gruppo OssessO ( Francesco Brasini, Angelo Casarrubia, Francesca Pizzo) dimostrando anche la volontà della Riff Records di mettere in relazione il sistema della musica con quello dell’arte visiva, formula chiave del lavoro “TEN!”.

L’amore per il mondo della musica ha delineato nel tempo la caratteristica principale della sua identità di artista che lavora prevalentemente con il media della fotografia. Cosa la affascina dell’immagine e cosa invece del suono?

«Io sono sempre stato, fin da piccolo, “affamato di immagini”, non sono mai stato un grande lettore. Amo tantissimo sfogliare le riviste e i cataloghi ad esempio, e ricordo quasi tutto per immagini. La mia memoria è principalmente fotografica e questo ha influito tantissimo sulla scelta di usare la fotografia come forma espressiva. É il mezzo che si cuce meglio alle storie o ai progetti che sviluppo e ogni volta c'è un rimando a qualcosa di biografico che ho immagazzinato anche inconsciamente. Per il suono avviene più o meno lo stessa cosa, perché le immagini, come anche i nostri ricordi, vengono sempre, almeno per me, associate a dei suoni, a degli spazi, a degli stati emotivi o a dei profumi. Quindi nel mio caso la musica o il suono completano il mio lavoro e riportano l' immagine ancora più vicina al vissuto. Costituiscono le fondamenta del mio modo evocativo di lavorare».

Le fotografie che ha assegnato a ciascun gruppo musicale provengono dal suo archivio personale. In che modo ha scelto l’immagine da dedicare a ciascun musicista?

«Dopo un’ ampia scrematura tra tantissime foto che avevo pensato potessero diventare una copertina per un disco, sono arrivato alle ultime 10 immagini e mi sono accorto che venivano da esperienze e storie tutte diverse tra loro e forse alcune molto distanti dai musicisti che avevo coinvolto. In questo progetto sono loro che hanno dedicato e composto un brano partendo da un’ immagine, quindi ho fatto “un’ assegnazione casuale pilotata“; non volevo metterli troppo in difficoltà nè servirgli un’ immagine troppo calzante. Ogni foto, così, che aveva una storia e una biografia propria, ha assorbito dal suo brano una nuova storia, con il suo titolo. La simbiosi tra fotografia e musica si è fatta totale, ed è diventata TEN!».

In occasione di questa mostra a Bolzano, è stato modificato l’allestimento delle opere fotografiche: al pubblico è stata permessa un’interazione immediata con il brano musicale associato. In che modo?

«Sì, è stata un’ evoluzione fondamentale: dalla prima mostra alla ONO Arte di Bologna nel 2016, passando da Santeria di via Paladini 8 di Milano e H.Esposizione di La Spezia nel 2017, arrivando qui mi sono reso conto che le opere avevano bisogno di più respiro e all’ Emberfly Art Gallery lo hanno trovato, sposandosi perfettamente con lo spazio; così ho potuto lavorare meglio sull’ interazione tra lo spettatore, l' immagine e il suono. Si può osservare in assoluta intimità le fotografie e concentrarsi sull’ ascolto tramite le cuffie e più supporti audio: usando il proprio telefono tramite il QR code, oppure con i lettori MP3 o Cd presenti in sala. Volevo che questa esperienza fosse vissuta come l'ho sempre pensata. Credo che così si capisca meglio il lavoro che c'è stato dietro e anche l'importanza della produzione del disco da parte mia e Paolo Izzo di Riff Records che a sua volta è parte integrante di TEN!. Il disco il questo caso è prodotto finale, opera d’arte e ispirazione allo stesso tempo»

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