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Manuela che lotta contro i mostri che minacciano ancora i Solteri

Zaninotto e le richieste mai accolte dall’amministrazione comunale. Paura per il bypass e i veleni della Sloi


Daniele Peretti


TRENTO. Manuela Zaninotto è la “pasionaria”, ma anche la memoria storica e la coscienza critica del quartiere Solteri. Nel rione è arrivata a 6 anni quando la circonvallazione le portò via la casa a Piedicastello. «Allora quando dicevo dove abitavo la gente mi guardava incredula: i Solteri non li conosceva nessuno. Imparai che qualcosa cambiava se dicevo che abitavo dove c’è il deposito dell’Atesina, poi c’era l’enorme cava ed un gruppo di case. Oggi siamo seimila residenti».

La sua vita è destinata ad essere legata all’Atesina.

«Getta sale su una ferita aperta. Siamo passati dall’aver iscritto a bilancio il finanziamento del primo lotto di riqualificazione dell’ex Atesina arrivato con la Giunta Andreatta a non aver nemmeno più un euro con l’amministrazione Ianeselli. Ma non ci si ferma qui perché da una trattativa in corso per la permuta dell’area dalla Provincia al Comune oggi siamo all’immobilismo assoluto. Mi domando come possano pensare di realizzare la Grande Trento se non sono nemmeno capaci di portare a termine una permuta».

Da chi si sente presa in giro?

«Dalle istituzioni. Da una Provincia che con questa amministrazione ha scelto la via del silenzio, ma anche dal Comune che ci dato solo dei contentini».

Riavvolgiamo il nastro: lei bimba ai Solteri.

«Una vita normale fatta di scuole, frequentazione della parrocchia e degli amici. Tutto cambia, come quasi sempre succede, quando divento mamma. Ci si incontra, si parla e colgo il desiderio di aggregazione che c’era tra di noi. È il 1996 quando insieme ad altre mamme e a don Tarcisio abbiamo fondato l’associazione “Il seme”».

Gli obiettivi?

«Proposte ricreative e culturali; promozione e lettura dei libri, qualche concerto e serate a tema. All’inizio eravamo un gruppo misto anche se la presidente è sempre stata donna, adesso abbiamo un direttivo tutto al femminile».

Oggi è la presidente.

«Si, sono cambiate le tematiche però. Abbiamo promosso le strade chiuse davanti alle scuole, manifestazione dimostrativa per contrastare l’intenso traffico, collaboriamo con i volontari di strada e siamo nell’organizzazione della festa patronale e qui vorrei dire una cosa».

Prego.

«Ci hanno costretto a vivere tra i centri commerciali.Sa quanto ci danno di contributo per la festa del rione? Nemmeno un euro. A sostenerci sono le piccole e medie realtà che dimostrano un ben diverso senso di comunità. Sa dove la facciano? »

Dove?

«Nel cortile della parrocchia che diventa un punto di riferimento per seimila residenti multietnici. Quest’anno il Comune - ed è uno dei contentini di cui parlavo prima - ci ha concesso l’utilizzo di 600 metri dell’area ex Atesina e null’altro».

Al problema Atesina quando si avvicina?

«Nel 2003 quando come associazione e come residente si collabora al progetto Palomar, che era una progettazione condivisa che nasceva dal fatto che già vent’anni fa si parlava di recupero dell’area».

Ed è su questo tema che nasce il Gruppo di Cittadinanza Attiva 3.0.

«Del quale io e Nunzia siamo le portavoci. Ci siamo costituiti perché allora la gente aveva fiducia nel progetto, era consapevole di come i Solteri avessero bisogno di un luogo di aggregazione ed intorno alla proposta c’era un vivace dibattito politico: di tutto questo non è rimasto nulla».

Possiamo dire “cittadini di serie B”?

«Certo e pensi che i politici trentini si offendono se lo diciamo, ma questa definizione nasce dalla loro considerazione».

Ultimo esempio?

«La salita Dalla Fior, unico spazio verde non degradato del rione con pavimentazione romana, trasformato in una ciclabile. Sarebbe bastato allungare di poco il percorso per sbucare a Melta senza rovinare nulla. Chi ci ha ascoltato? Nessuno».

Adesso il bypass.

«Bisogna proprio dire che per i Solteri non ci sono mai delle belle notizie. Qui la gente ha paura. Ha paura di quello che può succedere ad andare a scavare in siti altamente inquinati segnalati a livello nazionale; ha paura del traffico che ci sommergerà perché siamo l’alternativa a via Brennero che quando sarà congestionata tutto il transito convoglierà sulla nostra strada che non è attrezzata per reggere un simile impatto. Ha paura anche per le proprie case perché sia andando a scavare sotto la montagna che con le vibrazioni si possono scatenare delle reazioni sconosciute. I Solteri non meritavano tutto questo. Mi rendo conto che con tutti questi anni da residente sono diventata anche una memoria storica però rivolta al futuro perché penso che ne abbiamo il diritto».

Fa discutere anche la cittadella del Poli. Cosa ne pensa?

«Un mostro che il rione non si meritava. Non serve il contentino- un altro, ci danno solo quelli – di qualche spazio verde in più: quel cubo di cemento non andava fatto se ci fosse stato rispetto per la gente che abita il rione.

Una vita in prima linea: ha mai pensato a candidarsi per gridare più forte la voglia di riscatto dei Solteri?

Me lo hanno proposto, ma sono uno spirito troppo libero per legarmi a qualcuno. Poi sinceramente non vedo più la purezza della politica. Un’altra grande delusione le liste civiche anche quelle a sostegno del sindaco Ianeselli. Ci hanno deluso tutti e tutti sono delusi. Riflettiamo su un aspetto. Trento Capitale Europea del Volontariato alle prese con un problema enorme, quello della mancanza dei volontari. Ci si allontana dall’impegno perché si stanno avendo conferme in serie che non c’è riscontro ed è cosa molto grave.

 













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