Un fenomeno per tutti i gusti A Trento c’è  anche il vostro 

Lo spirito della manifestazione. Il palinsesto è davvero sterminato ogni giorno decine e decine di appuntamenti con campioni di oggi e di ieri La cosa migliore è “costruire” una scaletta con i propri beniamini, anche perché seguire tutto è impossibile. Ecco qualche suggerimento 


Carlo Martinelli


Trento. In principio era Mourinho: “chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”. Citazione definitiva, poi allargata, non è dato sapere da parte di chi, a: “chi pensa che lo sport sia solo una questione di sport, non capisce niente di sport”. Andiamo persino oltre, allora, nell’avvicinarsi a grandi falcate (badateci: il gergo giornalistico sportivo ha colonizzato il linguaggio della politica, dell’economia, del costume) al secondo appuntamento con il Festival dello Sport di Trento. Seconda edizione, da giovedì prossimo a domenica 13 ottobre.

Lo ha ben compreso chi l’anno scorso ha visto dispiegarsi i numeri di un successo superiore ad ogni aspettativa: chi pensa che il Festival dello Sport sia solo una questione di sport, non ha capito niente del Festival dello Sport. Allora, tenetevi forte. Perché l’anno scorso il Festival targato Gazzetta dello Sport e Trentino marketing / Provincia autonoma di Trento ha preso maledettamente sul serio il tema proposto - il record, ricordate? - andando a stabilire il record delle 50 mila presenze. Adesso avremo a che fare con “il fenomeno, i fenomeni”.

Per quanto detto poc’anzi, si tratta di declinare il grande pescoso mare dello sport attorno ai fiumi e ai laghi e ai ruscelli che lo alimentano. Perché sport è emozione, competizione, gara, economia, passione, politica, sociologia, antropologia, altruismo, racconto, poesia, letteratura, innovazione, criminalità, tecnologia, cinema, fumetto, business, musica, psicologia, medicina, persino sangue, sudore e lacrime e chi più ne ha, più ne aggiunga.

I fenomeni dei fenomeni

Nella società dello spettacolo - Guy Debord ci perdonerà - lo sport è lo spettacolo alla massima potenza. Ma chi volesse leggere il tema di questa edizione nella sola chiave dei fenomeni assoluti, dei campioni indimenticabili, sbaglierebbe, a nostro modesto avviso. La riprova, semplice semplice, proprio ieri. Quando quattro dei fenomeni protagonisti a Trento (in una lista di centinaia di nomi, semplicemente stordente) sono stati invitati da Sportweek a nominare i loro fenomeni preferiti. Federica Pellegrini, Gianluigi Buffon, Vincenzo Nibali, Alex Zanardi: loro i quattro fenomeni. Quaranta i fenomeni che loro hanno indicato. «Vanessa, il mio cucciolo bulldog, mamma, papà, mio fratello, Greta, Audrey Hepburn» ha messo nell’elenco la Pellegrini (la madrina alla inaugurazione del Festival, giovedì 10, ore 18, quando peraltro Trento avrà già vissuto venti appuntamenti… tanto per rendere l’idea). Il gruppone dell’atletica, ha indicato Buffon. Nella lista di Nibali ci sono Alex Zanardi, Paolo Villaggio e Leonardo Da Vinci. In quella di Zanardi … la Pellegrini, Mike Bongiorno, il papà e Sandro Pertini. Poi, ovviamente, le altre nomination sono di “fenomeni” sportivi.

I luoghi del Festival

Ma in quelle risposte alberga lo spirito “giusto” del Festival (il primo fenomeno, a ben guardare) che dovrebbe animare le migliaia di appassionati, curiosi, tifosi, cittadini, sportivi (i primi fenomeni, a ben guardare) che riempiranno le sale, i teatri, il palazzetto dello sport (dove torna la grande boxe a Trento, dopo millenni…), la grande libreria, il Muse, le aule universitarie, le gallerie di Piedicastello. Tutti i luoghi, insomma, nei quali si dispiegherà questa enorme macchina organizzativa.

Che fare, dunque? Che ciascuno insegua il suo, di fenomeno. Questo lo spirito giusto. Che ciascuno vada alla scoperta di un programma ricco e bastevole per qualsiasi esigenza. Illusorio il solo pensare possibile una elencazione ragionata ed esauriente delle cose da vedere, dei fenomeni da ascoltare, dei dibattiti da seguire. Il palinsesto è sterminato, ognuno costruisca il suo, di palinsesto.

Un palinsesto sterminato

Certo, anche mettendo in conto che l’auditorium Santa Chiara si riempirà eccome per il Milan degli immortali, venerdì, ore 17. Ma chi non trovasse posto al cospetto di Sacchi, Galliani, van Basten, Gullit, Berlusconi, Baresi e compagnia rossonera tutta, sa che mezz’ora prima al Bookstore c’è Carlo Pernat, manager delle due ruote motociclistiche e che un’ora dopo può incontrare un mito autentico, Roberto Duran, Mani di pietra, leggenda del pugilato. Così funziona il pellegrinaggio laico degli sportivi, a caccia di emozioni e parole, confessioni e aneddoti, senza trascurare i “camp” dove lo sport lo si fa, specie a beneficio dei più giovani.

Qualche suggerimento...

Il personalissimo taccuino di chi scrive annota la mostra delle figu Panini, la serata con le voci dei radiocronisti di “Tutto il calcio minuto per minuto” (60 anni e non dimostrarli), gli incontri con Merckx e Tomba (se non sono fenomeni questi….), il ricordo di Fausto Coppi, il basket made in Jugoslavia, la generazione dei fenomeni del volley (con Lollo Bernardi profeta in patria). Indica con applausi Gianni Maddaloni, maestro di judo, che cerca tutti i giorni di mettere la criminalità al tappeto. Ricorda che si discuterà di giovani, famiglie e sport. Segnala il calcio femminile, gli Harlem Globetrotters, gli inquietanti robot nello sport (eppure se ne deve parlare).

E se proprio dovesse indicare il suo dio preferito, per una volta guarderebbe a Buddha: perché lì c’è Roberto Baggio. Già. A Trento c’è anche lui. Un fenomeno che non se la tira. Fenomenale.

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