Ciclismo

Passaggi a livello, nel video del Fiandre Under 23 c'è Rosa

Uno degli inseguitori dell'Under 23 trentino è passato solo 2 secondi prima del treno


Luca Franchini


TRENTO. Vedere un corridore transitare a un passaggio a livello con le sbarre abbassate, con un treno che, non più di due secondi dopo, sfreccia ad altissima velocità. Se non è lecito parlare di tragedia sfiorata, poco ci manca. È quello che è successo sabato scorso al Giro delle Fiandre under 23, quando i corridori in fuga (tra cui il lavisano Francesco Rosa) sono transitati ad un passaggio a livello. Rosa è passato agevolmente, quando le sbarre dovevano ancora abbassarsi anche se il semaforo già aveva il rosso fisso. Meno agevolmente è passato il britannico Latham, che a sbarre già abbassate ha fatto slalom tra i due pali di legno, è sfrecciato sui binari e poco dopo il suo transito ha udito un treno arrivare a gran velocità.

[[(Video) Passaggio a livello da brividi anche al Fiandre Under 23 con Moscon secondo -]]

La stessa cosa si è ripetuta pochi giorni dopo alla Parigi-Roubaix, dove solo una parte del gruppo è transitata al passaggio a livello, mentre un altro drappello di corridori è stato fermato. La parola non può che passare ai diretti interessati, i corridori, tra chi dice che servirebbe una maggiore attenzione da parte della giuria e chi invita a trovare un accordo con le ferrovie per evitare rischi di questo genere. La cosa certa è che la salute dei ciclisti non deve essere messa a rischio da certi ostacoli. «Io ero in fuga al momento del transito al passaggio a livello al Giro delle Fiandre under 23 – spiega Rosa -. Era posto al termine di una discesa, dopo due curve, e quando sei “a tutta” fai fatica a renderti conto di quello che succede. Appena dopo essere transitato, con le stanghe ancora alzate, ho avvertito il suono della sirena. Non ho preso alcun rischio, ma l’ultimo corridore del nostro gruppetto sicuramente ha rischiato. Era il britannico Latham, con cui ho parlato oggi (ieri, ndr) prima del via de La Cote Picarde, a cui ho partecipato con la Nazionale. Mi ha detto che era “a blocco” e che non si è reso conto di nulla e che, probabilmente, sarebbe passato senza farsi problemi anche due secondi dopo, perché in quel momento era concentrato solo ad andare più forte che poteva».

E poi ci sono i professionisti Matteo Trentin e Daniel Oss, che dopo la prima parte di stagione rientreranno entrambi alle corse al Tour of California del mese prossimo, che hanno vissuto una situazione simile domenica scorsa alla Parigi-Roubaix, quando, all’uscita del settore di pavé numero 17, un passaggio a livello si è abbassato. Alcuni sono riusciti a passare, altri sono stati fermati poco prima del passaggio del Tgv, ricordando che il regolamento impedisce ai corridori di transitare con le sbarre abbassate. La testimonianza di Rosa e del britannico Latham, però, fanno pensare. «Io dico che la Parigi-Roubaix è un evento di portata mondiale e penso che sarebbe auspicabile un accordo tra gli organizzatori e le ferrovie locali, in modo da far fermare il treno per 5 minuti o farne ritardare il passaggio – spiega Matteo Trentin -. Ogni anno si passa di lì praticamente alla stessa ora e penso che sarebbe la soluzione migliore per tutti. Credetemi: ai corridori non piace rischiare la vita. Mi piacerebbe, invece, che ci fosse più severità in tema di sicurezza, visto che recentemente ai “Paesi Baschi” ci sono state brutte cadute a causa di pali spartitraffico non segnalati: lì nessuno ha detto nulla». «Per come l'ho vista e vissuta io, a causa di un errore o di una svista, la giuria non ha notato il semaforo acceso che segnalava l’arrivo di un treno ed ha attraversato il passaggio a livello – aggiunge Daniel Oss -. Noi difficilmente riusciamo a guardare i semafori: abbiamo visto le macchine della giuria e le moto passare e siamo passati anche noi. Dobbiamo ovviamente stare attenti, ma in questo caso non vedo dove sia la colpa dei corridori, come hanno scritto e detto alcuni».













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