Miracolo dopo i nuovi test Una F2012 senza handicap

Il Gran premio del Canada, nonostante un finale di gara piuttosto amaro, conferma che la Rossa ha colmato il divario tecnico della stagione scorsa


di Filippo Ronchetti


Il Gran premio del Canada, nonostante un quinto posto finale che ha lasciato a molti l’amaro in bocca, ha sancito una verità ormai sotto gli occhi di tutti: la F2012 è veloce quanto le monoposto rivali. Un risultato inimmaginabile alla luce delle prime quattro gare e ancor più incredibile pensando all’imbarazzante divario tecnico di fine 2011.

E non sembrano sussistere ragioni per cui questo trend debba interrompersi: la monoposto del Cavallino è infatti stata competitiva su tre piste molto diverse: un tracciato completo con curve lente e veloci come Barcellona, la pista più tortuosa del mondiale (Montecarlo), una pista da basso carico aerodinamico come Montreal.

A ulteriore conforto, anche le prestazioni di Felipe Massa sono in miglioramento, anche se nell’ultimo appuntamento il brasiliano ha rovinato tutto con un testacoda. Tutto questo mentre il vincitore della prima gara, nonché vicecampione del mondo, Jenson Button sembra aver perso il feeling con la sua McLaren e Mark Webber, sulla seconda Red Bull, vanta come unica apparizione sul podio la vittoria nel Principato.

Ma com’è possibile che la Ferrari F2012, in difficoltà sin dalla prima sessione di test invernali, si sia trasformata da brutto anatroccolo a cigno nel giro di tre gare? Innanzitutto, la monoposto che ha corso nei primi quattro Gp non era quella “ideale” mostrata alla presentazione di febbraio.

Come si è visto nei test invernali a Jerez gli scarichi di quella vettura, posizionati esternamente sulle fiancate, soffiavano sulle ruote posteriori quando, secondo i piani, queste dovevano solo essere lambite dal getto.

In pratica, le gomme venivano cotte in una manciata di giri. Una scelta tecnica, quella degli scarichi esterni, che dava sì problemi ma, erano sicuri i tecnici, foriera di grandi benefici non appena quelle difficoltà fossero state superate. Le prime quattro gare sono state così disputate con una soluzione di ripiego: da qui la necessità di correre “in difesa”, mentre a Maranello si lavorava per rimediare ai problemi palesatisi a Jerez.

I test del Mugello, a inizio maggio, hanno permesso di mettere in pista le modifiche elaborate in più di un mese di tempo, senza l’assillo dei tempi stretti di un weekend di gara: il comportamento della vettura è migliorato drasticamente.

La Scuderia si è così presentata nel successivo Gp a Barcellona con una F2012 che, con Fernando Alonso, è balzata dal settimo posto del Bahrain al secondo. E gli scarichi non erano ancora quelli esterni “ideali”, ma una versione perfezionata di quelli visti nelle prime quattro corse. Identica la situazione a Montecarlo, con l’aggiunta di novità pensate per assecondare le caratteristiche uniche di quel tracciato.

Infine, due settimane fa, Montreal e i suoi lunghi rettilinei: finalmente hanno debuttato gli scarichi così come avrebbero dovuto essere.

Il prossimo obiettivo? Come confermato dal team boss Stefano Domenicali, le novità di Valencia dovranno servire a portare la Rossa in pole position.

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