«La mia Aquila in A? Manca una cosa»

«Club, organizzazione, palazzetto e città sono già all’altezza. Ci vorrebbe un main sponsor, noi intanto ce la giochiamo»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Un mese e mezzo per il verdetto. Tema: l’Aquila Basket può raggiungere e, nel caso ,«reggere» l’urto di una serie A? La capolista si è guadagnata i playoff di Lega Gold con un campionato strepitoso. Le cinque gare che rimangono determineranno la griglia del post regular season. Mica bruscolini, comunque. Delle reali possibilità di Trento di salire nella massima serie ne abbiamo parlato con coach Maurizio Buscaglia. Tema svolto a viso aperto nella redazione del nostro giornale.

Coach, che cosa ha Trento e che cosa gli mancherebbe per una serie A?

«Al momento mancherebbe un main sponsor, ma è tema di cui non parlo. Non perché l’aspetto economico sia secondario anzi, ma, perché è un aspetto che non mi compete. Abbiamo però un club, organizzazione, tutte le figure e le mansioni molto ben coperte. C’è un bel Palasport ed una città che ci segue: quindi sì assolutamente, l’Aquila potrebbe fare la serie A».

Voi avete seminato bene.

«Alla società importava infatti lavorare in modo importante per essere pronta, se sarà il caso, ad affrontare una situazione diversa. L’idea è quella di lavorare con in mente ben chiaro il progetto».

Se lei dovesse dare una parcentuale alla sua competenza tecnica rispetto a quella di indiscutibile motivatore, come si valuterebbe?

«Credo moltissimo nella motivazione del gruppo e mi ci impegno tantissimo. Lo faccio studiando le metodologie: ma è anche vero che è importante la percentuale empatica di ogni persona. Ovvero puoi studiare ma devi avere le doti per tradurre in fatti la parte teorica. Alla fine “sentire” che devi farlo è cosa diversa dal farlo perchè “bisogna”».

Il basket non è il calcio. Non è dato, dunque, sbandierare alla stessa guisa del pallone le lamentele per gli svarioni arbitrali. Lei crede tuttavia di poter quantificare in un paio di punti gli errori delle giacche arancio nei confronti di Trento?

«No, onestamente a macrosistema non guardi più a questo. E’ un tipo di valutazione che fai magari, a caldo, dopo ogni singolo episodio. Io cerco di parlarne aldilà dei risultati».

Il basket moderno fa girare la palla in modo vorticoso. Ci pare di poter dire che gli errori sono riconducibili più a questo che non a chissà qualie disegno.... o no?

«Sì, sì. Gli arbitri si dovrebbero preparare alle gare come facciamo noi: con l’allenamento, la conoscenza dei giocatori, crescendo e migliorandosi come cerchiamo di fare noi. Non è facile. Quando mi lamento lo faccio entrando nel dettaglio. E’ capitato ma questo non è un argomento che mettiamo in cima alla lista delle nostre priorità. Se vedo che questo tema diventa preminente, preferisco fare un passo indietro e parlare di gioco. Di campo».

Lei è stato scelto dalla Lega Pallacanestro come coach della All Stars Italiana di Lega. Un riconoscimento importante alle sue stagioni in panchina qui a Trento.

«Mi fa piacere. Sono cose che si fanno volentieri, segno che si è lavorato bene».

Per il 17 aprile a Mantova nella All Stars italiana c’è in votazione web praticamente tutta la sua Aquila, con Triche in lizza per quella straniera.

«Sì, mi pare bella questa cosa. Che sia la gente, il pubblico, a votare chi vuole vedere nella All Star».

Senta Buscaglia: Aquila prima in classifica, tre dei suoi (Pascolo, Baldi Rossi e Spanghero) nel gruppo della nazionale A e lei coach della All Star. Vediamo: umh, cosa ci vorrebbe a questo punto?

«Mancherebbero cinque partite. E noi da settembre,da otto mesi, ragioniamo per crescere gara dopo gara. Ecco, non ce la fai a guardare troppo avanti. Mi aspetto di giocare 5 partite al massimo per ottenere la miglior griglia playoff. Ci piacerebbe arrivare al primo turno in casa, al PalaTrento. Offriremo una sfida in più da assistere: giocare in casa non è sinomimo di vittoria ma desiderio di fare un passo in più rispetto alla scorsa stagione».

Sabato sera c’è Barcellona, aria di playoff.













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