La Liquigas sulle Dolomiti per vincere tutto

Ciclismo, Ivan Basso e compagni visti da vicino


Gianpaolo Tessari


PASSO SAN PELLEGRINO. Benvenuti nel ritiro dei campioni, anzi della seconda squadra di ciclismo al mondo come numero di vittorie nella stagione 2011, la Liquigas Cannondale. "Camping" si dice al giorno d'oggi e il marketing vi ha aggiunto, speranzoso, "on the snow", sulla neve.

Ma la Liquigas di Basso e Nibali (nonchè dei nostri Oss e Moser), al terzo anno di fila da queste parti, ai 2000 e rotti metri di Passo San Pellegrino, stavolta la neve non l'ha mica trovata. Almeno sino a ieri.

Dolomiti incantate che spuntano tra fili d'erba gialla per le facce intristite di albergatori che scrutano il cielo alla ricerca di nubi.

L'albergo dei nostri eroi è proprio prima di scollinare verso il Veneto, al culmine del passo, sulla sinistra. E al Monzoni, così si chiama la struttura, le due ruote debbono piacere molto. Tutte, anche quelle a motore visto che, subito all'entrata campeggia la foto con dedica di George Clooney sulla sua Harley, di passaggio da quelle parti un paio d'anni orsono.

Però le due ruote che tengono banco oggi sono quelle spinte da garretti che spesso e volentieri le fanno girare più dei motorini, le bici da corsa. L'entourage della Liquigas ha sposato con entusiasmo questo angolo di Trentino dove neve o no (ci vengono anche d'estate) si gode di clima e accoglienza che fanno un bell'effetto corroborante sul morale dei campioni.

Quella di ieri era la seconda giornata di ritiro, pardon di camping, un po' speciale, visto che c'è stata la consegna del nuovi materiali e che si sono scattate le foto ufficiali. Immagini che verranno presentate il 12 gennaio prossimo a Milano, assieme ai programmi dei 29 (un esercito) corridori della più importante squadra italiana: «Se punterò al terzo Giro d'Italia? Presto per dirlo, davvero. Qui a San Pellegrino lavoriamo soprattutto per cementare un gruppo con molti nuovi» si sbilancia, poco, Ivan Basso che di giri ne ha già due nella propria bacheca. Ma tutti sanno che il traguardo è quello, eccome, e che se ci sarà al suo fianco Nibali è la vera incognita.

Basso è comprensibilmente trattato con rispetto, quasi con soggezione dai giovani, e lui (per dirla tutta) mantiene un giusto distacco. Nel salire dall'albergo a Cima d'Uomo per scattare le foto, Ivan ii terribile incrocia il perginese Daniel Oss: «Come mai non sei venuto a camminare con noi?». E il passistone, azzurro negli ultimi due anni, pronto: «Ho trovato una mountain bike in garage ed ho fatto un giretto qua attorno...» se la ride il trentino. Basso: «Come? Ma allora ci sono delle bici. Pomeriggio la prendo pure io...» sbotta seccato, alla guisa di un calciatore a cui viene negata la palla negli allenamenti all'inizio di stagione.

I corridori, manca solo un colombiano di cui diremo, si debbono sistemare in tre file per la fotona, il poster per la prossima stagione. E la loro disposizione dice più di tante chiacchiere sulle gerarchie. Al centro, seduti, i senatori: Basso, Nibali, con da un lato il fenomeno Sagan e dall'altra il nostro Oss. Prima fila anche per la rivelazione veloce, Viviani. In seconda fila, in piedi, i collaboratori (quelli che un tempo si chiamavano gregari). Sulla panca i giovani, le new entry, tra cui Moremo Moser che, tuttavia, viene spostato al centro, come gioiellino prezioso che la Liquigas (vedi intervista al ds Zanatta) intende valorizzare, eccome. A fianco di Moreno ci tiene a piazzarsi uno dei tecnici Alberto Volpi che con lo zio Francesco correva. Lui lo urla sto fatto, per fare sorridere tutti. E ci riesce.













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