Giochi diplomatici,  lo sport in soccorso  della politica estera dell’Italia 

Consigli di lettura. Anche i rapporti tra Italia e Austria nel saggio  di Nicola Sbetti. Poi Modric, l’indimenticabile Senna, il nuovo tennis italiano e il romanzo della fine, anche calcistica, della Jugoslavia


Carlo Martinelli


GIOCHI DIPLOMATICI. SPORT E POLITICA ESTERA NELL’ITALIA DEL SECONDO DOPOGUERRA di Nicola Sbetti (Fondazione Benetton Studi Ricerche / Viella, 464 pagine, € 30 euro, ebook su viella.it)

Il 9 settembre 1946, quattro giorni dopo la firma degli accordi De Gasperi - Gruber, la squadra di calcio del Merano, per volere del suo presidente, Dante Cippitelli, si era recata ad Innsbruck per disputare una partita amichevole con la locale compagine. Perché si riteneva giusto “promuovere ed incoraggiare tutte le manifestazioni atte a rinsaldare i vincoli di reciproca e cordiale collaborazione anche fra i due gruppi etnici”. D’altronde lo schiarirsi della situazione diplomatica porta in quei mesi ad un incremento dei rapporti sportivi, basti pensare che tra il Natale e l’Epifania si giocarono ben sette amichevoli calcistiche fra squadre di club italiane e austriache, compreso un Bolzano - First Vienna concluso sul 2 a 2. Si trova anche questo nel ponderoso, documentatissimo, importante lavoro di Nicola Sbetti, storico dello sport, docente all’Università di Bologna, membro del direttivo della Società italiana di storia dello sport. Sbetti mira a rispondere a una serie di interrogativi. Perché, al contrario di Germania e Giappone, l’Italia poté partecipare alle Olimpiadi del 1948? In quali proporzioni l’eredità del fascismo e la guerra fredda influenzarono la ripresa internazionale dello sport italiano? In che modo i primi governi repubblicani utilizzarono lo sport come strumento di politica estera? E come invece le istituzioni sportive e gli atleti si allinearono a quest’ultima? Il volume ripercorre cronologicamente il cammino dello sport azzurro dalla quarantena dell’immediato dopoguerra alle assegnazioni olimpiche di Cortina 1956 e di Roma 1960. Particolare attenzione è dedicata alla ripresa dei rapporti sportivi bilaterali e alla rilegittimazione italiana presso il Comitato Olimpico Internazionale e le singole federazioni. Il volume è arricchito da alcuni casi di studio in cui da un lato si mette in luce come la politica internazionale (dalla guerra fredda alla formazione del Territorio Libero di Trieste) abbia influenzato la proiezione internazionale dello sport italiano e dall’altro come determinate “crisi sportive” (a partire dal ritiro delle squadre italiane dal Tour del 1950) ebbero una ricaduta importante anche a livello governativo e diplomatico.

A MODO MIO. L’AUTOBIOGRAFIA DI LUKA MODRIC con Robert Matteoni (Sperling & Kupfer, 320 pagine, € 18,90)

Di lui Boban ha detto: “Il suo stile di gioco così semplice e così differente da ogni altro, la leggerezza e la raffinata geometria dei passaggi, la visione ampia del gioco e la calma con cui affronta le partite: Luka Modrić è un genio umile”. L’autobiografia di uno dei più grandi calciatori dei nostri tempi: Luka Modrić ha interrotto il dominio decennale di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, con la vittoria del Pallone d’Oro nel 2018. Ma ha compiuto anche un’impresa senza precedenti aggiudicandosi nello stesso anno i quattro trofei più importanti per un giocatore e guidando la nazionale croata al secondo posto nei mondiali di Russia. Qui racconta il suo incredibile percorso da un’infanzia dolorosa nella Jugoslavia devastata dalla guerra fino a la vittoria della Champions League con la maglia del Real Madrid. Svela pensieri, battaglie, paure, l’amore per i suoi cari ma anche il rapporto con Zidane, Ancelotti, Mourinho, Ronaldo...

AYRTON SENNA IL PREDESTINATO di Diego Alverà (Giorgio Nada editore, 308 pagine, € 24)

Imola, 1 maggio 1994. Ayrton è schierato in griglia di partenza, nello stretto cuneo della sua monoposto. Sta interrogando il destino, sta cercando ritmo e concentrazione, sta fissando l’orizzonte. L’asfalto lo attende al pari di migliaia di appassionati e tifosi, giunti da ogni dove per vederlo all’opera, per lasciarsi stregare ancora una volta dalle sue traiettorie. Sono tutti lì in attesa del tricampeao, del Predestinato, quello a cui riesce sempre tutto. La stagione è iniziata storta, il week-end di Imola ancor di più con l’incidente di Rubens Barrichello il venerdì e la morte di Roland Ratzemberger il sabato. Dubbi, paure ma anche speranze affollano la mente di Ayrton che, a pochi attimi dal via, riavvolge metaforicamente il nastro della propria carriera, della propria esistenza che, di lì a poco, giungerà al capolinea. La narrazione appassionante ed incalzante è quella di Diego Alverà, affermato storyteller che in questo nuovo romanzo si cimenta con un gigante della storia delle corse, per molti, il più grande di sempre: Ayrton. Da leggere d’un fiato.

IL RINASCIMENTO DEL TENNIS ITALIANO di Paolo Bertolucci e Vincenzo Martucci (Pendragon, 204 pagine, € 16)

Un libro dove due tennisti “dolomitici” - Seppi e Sinner - sono grandi protagonisti. Perché dopo un 2019 da favola e una stagione 2020 forzatamente interrotta dal Coronavirus, i magnifici ragazzi del tennis italiano si apprestano a rientrare in campo per confermare i loro progressi e rilanciare le aspettative di un movimento troppo a lungo lontano dal vertice. Ripartono dalla classifica ATP con otto di loro tra i primi cento del mondo. Da dove nasce quest'alta qualità del nostro tennis odierno? Perché e come si è sviluppata? Dove può arrivare? In questo libro, Vincenzo Martucci cerca le risposte partendo da lontano e racconta "dall'interno", dalla sua esperienza sul campo e con i qualificati interventi di Paolo Bertolucci, cinquant'anni di trionfi, delusioni e dubbi, che hanno portato all'attuale stato di grazia. Il Rinascimento del tennis italiano passa per Berrettini, Fognini, Cecchinato, Sonego, Sinner, Mager, Travaglia, Seppi, Caruso, Musetti.

NOTTURNO JUGOSLAVO. ROMANO DI UNA GENERAZIONE di Emanuele Giulianelli e Paolo Frusca (Les Flaneurs edizioni, 230 pagine, € 15)

“La Jugoslavia finì su un campo di calcio”. Così sentenzia il protagonista di questo toccante omaggio al mitico calcio di uno Stato che non c’è più. Attraverso l’immaginaria ed “esemplare” vicenda di Aca Mirković e della sua famiglia riviviamo l’intera parabola del football jugoslavo: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla tragica dissoluzione della Repubblica Federale. Una lunga serie di eventi sportivi e drammi storici inestricabilmente intrecciati. Alternando la fittizia conversazione con Aca, il racconto romanzato della sua vita e le interviste (realmente avvenute) con le leggende del calcio jugoslavo, un’altalena di vittorie e fallimenti, cadute e risalite. Nello sport come nella vita.













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