«Nel treno c’è un’idea di sviluppo» 

Il caso della settimana. La sindaca rivana Cristina Santi si iscrive al “partito” dei favorevoli al collegamento ferroviario fra Riva e Rovereto: «È una grande occasione che non possiamo perdere: adesso o mai più. In questa situazione drammatica dobbiamo avere una visione di futuro»


Gianluca Marcolini


Trento. E sono tre. Anzi, quattro contando anche il presidente della Provincia Fugatti, che poi è quello che ha in mano la borsa dei denari. Ad aggiungersi al roveretano Francesco Valduga e all’arcense Alessandro Betta è la collega sindaca di Riva Cristina Santi, fresca di elezione ma con le idee ben chiare al riguardo: «Il tunnel lo abbiamo atteso 60 anni, impegniamoci affinché non si debba pazientare tanto anche per la ferrovia».

La prima cittadina rivana si iscrive, dunque, al nascente partito (del tutto trasversale, politicamente parlando) dei favorevoli alla realizzazione del collegamento ferroviario fra Rovereto e Riva. Opera che, nell’idea di tracciato e nei desiderata degli altogardesani, affianca il costruendo tunnel della Loppio-Busa. Opera che, nell’immaginario collettivo degli abitanti dell’Alto Garda, ripercorre i fasti del trenino della Mar che sbuffava, oltre un secolo fa, sulla linea Mori-Arco. Opera che, periodicamente, balza al centro del dibattito (prima gli assessori provinciali Alberto Pacher e Mauro Gilmozzi, adesso il presidente Maurizio Fugatti). Opera che, stavolta, potrebbe trovare finalmente la luce e non tanto (non solo) per la determinazione di chi oggi governa, quanto per le mutate condizioni, soprattutto economiche, causate dalla pandemia.

«Non possiamo limitarci a fronteggiare l’emergenza, utilizzando quelle che io chiamo “cure palliative”, perché per superare questa tragedia dobbiamo anche riuscire a ragionare in prospettiva molto più di quanto si sia fatto negli ultimi anni», afferma la sindaca rivana. «Il collegamento ferroviario con Rovereto - prosegue - è certamente un’opera che ha una visione di sviluppo futuro, che è esattamente ciò che ci serve adesso. Abbiamo davanti una grande occasione e non va sprecata».

A fare la differenza, rispetto ai precedenti tentativi, è la finanziabilità dell’opera (lo studio di fattibilità è sulla scrivania di Fugatti già dallo scorso autunno) resa finalmente possibile grazie ai nuovi strumenti che sono a disposizione delle amministrazioni comunali e provinciale. Uno di questi, come detto, è il Recovery Fund. «Entrambi vanno benissimo per mettere insieme i soldi che servono a realizzarla – commenta Cristina Santi –. Le risorse del Recovery Fund, individuate dall’Europa per cercare di fronteggiare la crisi economica causata dalla pandemia, devono servire proprio a sostenere iniziative di questo tipo. La spesa pubblica per rilanciare l’economia». L’altra via di finanziamento è il bond provinciale. Per la sindaca Santi i presupposti ci sono tutti: «Il collegamento ferroviario avrebbe una ricaduta molto importante sul territorio e dunque quest’opera potrebbe risultare davvero attrattiva per le aziende trentine».

A fare la differenza, rispetto al passato, potrebbe essere anche una ritrovata sintonia fra le amministrazioni comunali di Arco e Riva del Garda. «Con il sindaco Betta, nonostante le nostre differenti visioni politiche, dal punto di vista amministrativo ho trovato finora grande intesa e sono sicura che su questa questione faremo fronte unito assieme al Comune di Rovereto e alla Provincia. Se poi, la mia vicinanza politica al governo provinciale può essere di aiuto a una conclusione positiva dell’operazione, sarò ben felice di farmi carico di questa parte politica». «Credo sia giunto il momento di passare dalle parole ai fatti - conclude la sindaca - e di mettere su carta qualcosa di scritto, magari un accordo. Potrebbe essere l’impegno per il prossimo anno».

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