Contagi Covid, la situazione è stabile La scorsa settimana 340 casi e 66 in ospedale Chiusi per 4 giorni due nuclei al de Tschiderer



Una situazione sotto controllo, che non desta allarme o eccessiva preoccupazione, ma l'attenzione resta alta. Con il solito obiettivo: proteggere le persone più anziane e più fragili. La scorsa settimana i casi di Covid in Trentino sono stati 340, in leggerissimo calo rispetto ai 346 registrati sia nella settimana tra il 12 e il 18 ottobre sia in quella tra il 5 e l'11, con invece un aumento rispetto ai 243 registrati a fine settembre. Negli ospedali i pazienti ricoverati alle prese con il virus - non necessariamente ricoverati per gli effetti del virus, ma in molti casi “semplicemente” risultati positivi durante la degenza - sono 66, un numero ampiamente “sopportabile” per i reparti, anche se ovviamente i problemi nella gestione ci sono, con la necessità di una crescente attenzione organizzativa per evitare focolai. In una situazione appunto stabile la preoccupazione arriva dal dato dei decessi, che sono stati 3 la scorsa settimana, dopo essere stati 2 nelle cinque settimane precedenti. L’appello di medici e personale resta quindi sempre lo stesso, ovvero di porre molta attenzione nei casi di contatti con persone anziane e fragili, che vanno salvaguardate utilizzando perlomeno la mascherina. In tal senso vanno anche le notizie che arrivano dalla Rsa Beato de Tschiderer, dove nelle scorse ore si è deciso di chiudere le visite in due nuclei della grande struttura visto che si erano registrati alcuni casi di positività. Una decisione all'insegna di saggezza e precauzione, presa ovviamente dai responsabili medici della struttura. Una decisione, tuttavia, che a qualcuno tra familiari e dipendenti non è piaciuta, con proteste arrivate fino al nostro giornale. «La spiegazione è semplice - dice il direttore generale della Apsp di via Piave Alessandro Menapace -: si sono verificati alcuni casi di positività e quindi, in via precauzionale, abbiamo stabilito di chiudere per quattro giorni alle visite due nuclei della struttura, per evitare contatti. Nel resto della Apsp tutto procede normalmente e regolarmente, mentre quei nuclei resteranno chiusi fino a martedì. Una situazione, ribadisco, di semplice precauzione per gli ospiti». A prendere la decisione, come detto, la parte medica della struttura: «Il direttore sanitario ha la responsabilità di tutelare tutte le persone, in questo tipo di decisioni lui è “sovrano”. D’altra parte lui e noi applichiamo le norme di legge. Pareva eccessivo chiudere tutta la struttura, così abbiamo preso questa misura solo per una piccola parte. La febbre degli ospiti interessati sta già passando». Le famiglie degli ospiti sono state ovviamente avvertiti: «Abbiamo comunicato ai rappresentanti delle famiglie la situazione, sono stati tutti regolarmente avvisati. E, in realtà, nessuno si è lamentato: ci è arrivata solo una risposta per chiedere ulteriori precisazioni e le abbiamo fornite in totale trasparenza». Ultima questione: nelle comunicazioni della struttura c’è anche un richiamo all’attenzione da parte del personale. D’altra parte, e chi lavora nella sanità lo sa benissimo, portare la mascherina e porre attenzione al proprio comportamento è fondamentale per salvaguardare la salute di chi è più fragile. «Abbiamo fatto un semplice richiamo al personale per l’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione. Ricordo che a rispondere penalmente è l’azienda ed è giusto che il personale non metta a repentaglio la salute degli ospiti». Nelle varie Rsa del territorio i casi di positività ci sono, ma come detto non c’è nessun allarme, così come non ci sono all’orizzonte decisioni particolari o circolari in arrivo. Covid e influenza stagionale girano e quindi serve attenzione. In nome della salute dei fragili.









Scuola & Ricerca



In primo piano