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Torna a crescere lo spreco alimentare: troppo cibo finisce nella spazzatura

Oggi è la Giornata nazionale di prevenzione. Il paradosso: le fasce più povere di popolazione sono diventate le più "sprecone"



TRENTO. Make the difference. Stop #foodwaste è il tema della 11ª Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare fissata per oggi 5 febbraio proiettata verso il 2030, con un confronto sempre più stringente con lo stato di attuazione dei 17 Obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda delle Nazioni Unite.

Il dato più saliente emerso dal rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher secondo il direttore scientifico il prof. Andrea Segrè, è quello che dopo un periodo di tregua dal gennaio 2023 al gennaio 2024 gli sprechi alimentari sono aumentati. E i poveri sono diventati più “spreconi” perché acquistano cibo di qualità scadente o con la data di scadenza ormai prossima.

L’edizione di quest’anno è focalizzata sulla necessità di moltiplicare le buone pratiche quotidiane, e a ogni livello – cittadini, enti pubblici, imprese, associazioni, scuole - per arrivare insieme alla mèta. A partire dalla prevenzione e riduzione dello spreco alimentare nelle case, dove si spreca il 70% del totale, alle filiera di produzione, distribuzione e commercio del cibo, nella ristorazione, nelle mense, nei comportamenti e nelle abitudini di acquisto, gestione e conservazione degli alimenti: consapevoli delle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale.

Ma sarà anche una edizione calata profondamente nella realtà di questi mesi: come spiega il prof. Segrè fondatore della Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare: «il focus 2024 non può prescindere dagli effetti della crisi globale sullo spreco alimentare domestico. Su proposta di ASSFRON, la giornata sarà celebrerà all’ITI Buonarroti di Trento alla presenza di ben 16 classi con i loro insegnanti e con il collegamento di altri 2 istituti il Rosa Bianca di Cavalese e il liceo classico Buratti di Viterbo. Sono previsti interventi del dirigente scolastico Giuseppe Rizza e del dirigente generale del Dipartimento Istruzione dott. Roberto Ceccato. Le relazioni a cura di Carlo Bridi segretario ASSFRON, del dott. Dario Piccoli e del dott. Giuseppe Frattin. Ma qual è il quadro attuale? L’inflazione alimentare, ancora non domata, i salari stagnanti, l'aumento del costo della vita, uniti alle instabilità geopolitiche causate dalle guerre in zone chiave per la produzione di materie prime e il trasporto delle merci, determinano un contesto assai complesso.

Per questo i dati del Rapporto 2024 dell’Osservatorio Waste Watcher International considerano il complesso scenario determinato dai risvolti economici, sociali e ambientali della crisi e le sue molteplici conseguenze sullo spreco alimentare, sulle abitudini di acquisto e sul consumo alimentare. Dopo un periodo in cui gli sprechi di cibo in Italia erano scesi del 25% da gennaio 2023 a gennaio 24 sono aumentati dell’8,05% raggiungendo i 566 grammi. La fascia di consumatori maggiormente responsabile è quella povere della popolazione, che è stata spinta, come accennato, a scegliere opzioni alimentari meno costose, spesso abbassando la qualità e il valore nutrizionale degli alimenti. Il che ha avuto un doppio riflesso negativo: sono aumentati gli sprechi perché i beni acquistati, soprattutto ortofrutta, deperiscono prima; è peggiorata la salute dei consumatori con l'abbassamento qualitativo della dieta» afferma il rapporto.

E questo mentre il numero dei poveri è in aumento. I dati del rapporto OXFAM ci dicono che i 10 più ricchi del mondo negli ultimi 3 anni hanno visto aumentare la loro ricchezza del 34%, e in tempi di pandemie e di guerre si è aggiunto un miliardario ogni 26 ore. La Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare nell’edizione 2024 si presenta quindi come un'opportunità cruciale per sensibilizzare la società civile, la comunità scientifica e le istituzioni su come il contesto economico globale intrecciato con altre sfide influenzi direttamente il modo in cui acquistiamo, consumiamo e affrontiamo il fenomeno degli sprechi alimentari domestici e quali politiche promuovere per stimolare un’alimentazione sana e sostenibile. Non va dimenticato che gli sprechi alimentari contribuiscono fra i 35 e il 40% delle emissioni di Co2 nell’atmosfera, causa principale dell’impazzimento del clima. E che la situazione sia drammatica lo dimostra il fatto che il 2023 è stato l’anno più caldo dell’ultimo millennio. E le conseguenze? la sola agricoltura ha avuto nell’ultimo anno danni da catastrofi ambientali per oltre 6 miliardi di euro. Di qui l’appello ciascuno di noi deve fare la propria parte nelle nostre scelte quotidiane.

 













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