Salute

False vaccinazioni ai no vax: arrestato un medico, prendeva 500 euro a certificato

Il caso nel ravennate, il dottore dovrà rispondere di peculato, falso ideologico e corruzione. L’indagine partita da un esposto alla Procura di Belluno



RAVENNA. Vaccini Pfizer mai inoculati con l'obiettivo di fare ottenere il green pass in cambio di circa 500 euro l'uno a pazienti della galassia no-vax provenienti da diverse città d'Italia.

Un'ipotesi di reato che ieri sera è costata l'arresto a Marina Ravenna a un 64enne medico di base convenzionato con l'Ausl Romagna nonché ginecologo.

Si tratta di Mauro Passarini, originario di Bologna ma residente sul litorale ravennate dove ha uno dei suoi due studi (l'altro è in centro a Ravenna).

L'uomo, difeso dall'avvocato Carlo Benini, deve rispondere di peculato, falso ideologico e corruzione nell'ambito di un'inchiesta della polizia coordinata dal Pm Angela Scorza e approdata a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Sabrina Bosi.

In particolare secondo le verifiche della squadra Mobile ravennate, il 64enne, avendo la disponibilità di vaccini anti-covid 19 in qualità di medico vaccinatore, se ne era appropriato senza poi iniettarli a decine di pazienti di area no-vax.

Dalle verifiche è emerso che i primi di ottobre l'uomo aveva ritirato 15 flaconi di vaccino Pfizer per 90 dosi circa: di questi, 13 flaconi anziché utilizzarli per inoculare il vaccino, li aveva sfruttati - prosegue l'accusa - per certificare falsamente di avere vaccinato i pazienti peraltro rendendo i lotti inutilizzabili perché conservati a temperatura ambiente.

Tramite l'applicativo “Sole-Web”, l'indagato era infine riuscito a inserire certificazioni ritenute false per aggiornare i certificati vaccinali inducendo così in errore il ministero della Salute. In totale sono stati finora sequestrati 79 green pass in diverse province italiane.

L'indagine era partita da un esposto del 6 ottobre scorso alla Procura di Belluno, città dalla quale il padre no-vax di una 12enne aveva portato la figlia fino a Marina di Ravenna dal medico ora finito in carcere.

La minore del resto da esami clinici non risultava avere sviluppato alcun anticorpo dopo la vaccinazione - situazione riscontrata poi anche per altri pazienti appena vaccinati -: ciò aveva messo in allarme la madre convinta sostenitrice invece del vaccino anti covid-19 e separata da anni dal padre.

Il 17 ottobre nelle tasche del medico, subito dopo la presunta seconda dose inoculata alla minorenne, la polizia aveva trovato 1.550 euro: soldi secondo l'accusa ricevuti dal padre bellunese che aveva lì accompagnato la figlia - l'unica per la Procura totalmente inconsapevole di quanto stava accadendo - e l'attuale compagna.

Nell'indagine risultano coinvolte a vario titolo altre persone tra cui un poliziotto vaccinato dal 64enne e che, senza motivo, sarebbe entrato nel sistema informatico della Questura ravennate dopo una presunta richiesta di aiuto del medico.

Nel complesso sono ben oltre 400 le dosi di vaccino somministrate dal 64enne per un totale di circa 290 pazienti: si sono già attivate le Ausl di residenza per capire quanti di loro siano stati effettivamente vaccinati con sviluppo di anticorpi e quanti no.

Tra i pazienti, circa 60 sono quelli risultati residenti in province diverse da Ravenna, in taluni casi distanti anche centinaia di chilometri (in particolare risulta un gruppo di persone da Belluno): nel dato sono compresi sia quelli che per lavoro si trovavano magari già sul territorio ravennate che quelli che hanno scelto apposta di servirsi del medico di Ravenna: molti dei pazienti registrati come vaccinati del resto non erano suoi mutuati.

«La situazione è ancora in fase embrionale, tutta da definire - ha precisato l'avvocato difensore - stiamo valutando le carte processuali e spiegheremo ogni cosa nell'interrogatorio di garanzia di lunedì davanti al Gip».













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