GIOVANI PROTAGONISTI

Il ritorno nell’azienda di famiglia per dare futuro a un grande sogno

A tu per tu con Filippo Tonini, che dopo gli studi a San Michele e un’esperienza in Cavit si è dedicato a tempo pieno all’attività agricola


Carlo Bridi


TRENTO. La storia che andiamo a raccontare oggi è quella di un giovane che merita essere citato come esempio sia nella fase formativa della sua professione agricola che in quella di giovane imprenditore.

Infatti dopo il diploma di enotecnico conseguito alla FEM, ha fatto esperienze di lavoro sia in CaVit che presso una cantina dell’Alto Adige dove ha lavorato per ben 2 anni consecutivi. Poi il grande passo di dedicarsi a tempo pieno all’attività agricola nell’azienda di famiglia che, con l’arrivo del giovane a raddoppiata la superficie aziendale passando da 4 a 8 ettari. Ma l’innovazione più importante è stata quella di iniziare a trasformare in proprio una parte delle proprie uve.

Parliamo di Filippo Tonini, 27 anni, di Folaso di Isera, che da tre anni è ritornato a tempo pieno, con un grande bagaglio di esperienza si pratica che teorica alla azienda di famiglia. L’azienda si sviluppa dai 200 metri scarsi sul livello del mare, del fondo valle fino a raggiungere gli 800 metri, sopra Lenzima.

Questo le ha permesso di avere un’azienda viticola con diverse varietà ognuna messa a dimora all’altitudine giusta. Il vitigno più diffusi è lo Chardonnay, seguito dal Marzemino (e non poteva essere diversamente, visto che siamo ad Isera), dal Pinot Grigio, al Pinot Nero al Pinot Bianco, al Muller Thurgau. Alla domanda del perché la scelta netta la risposta: «Per passione che è aumentata nettamente negli anni, poi credo molto nel lavoro che faccio, anche se è vero che con queste stagioni ballerine i sacrifici aumentano, ma questi fanno parte del mestiere. L’azienda è condotta in forma societaria abbiamo costituito una società agricola semplice con papà al 50% cadauno. Fra i suoi progetti il più importante lo ha realizzato con l’acquisto di 4 ettari in un colpo solo, ora voglio ampliare il numero di bottiglie che trasformiamo in Trentodoc, perché la parte di uva che viene trasformata in azienda per quattro quinti su cinque viene trasformata in Trentodoc, (20 mila bottiglie su 25 mila). Il resto si tratta di vino fermo, il classico Marzemino d’Isera. Per il Trentodoc abbiamo 2 etichette: un Brut nature con il 70% di uve Chardonnay e il 30% di Pinot Bianco, e un millesimato. Noi precisa, Filippo, lavoriamo solo con gli invecchiati, 17 mila bottiglie stanno 30 mesi sui lieviti, le altre per una cuvè chiamato “Le Grila” dal nome della località dove produciamo l’uva per questo Trentodoc un millesimato che sta sui lieviti per 60 mesi. Il prezzo al pubblico per bottiglia n azienda è di 13,5 euro per il Marzemino, 22 euro a bottiglia per il Brut Nature mentre per il Riserva 60 mesi sui lieviti è di 30 euro. Alla domanda se ha problemi a venderlo netta la risposta, rimaniamo spesso senza prodotto grazie all’ottimo lavoro di immagine fatto dall’Istituto Trentodoc. Possiamo lavorare e vendere in proprio una parte della produzione pur essendo soci storici della Cantina di Isera, perché lo statuto della Cantina lo permette».

E la vendemmia come si presentava quest’anno?

Il 23 agosto quando abbiamo iniziato aldilà delle grandinate che hanno colpito sia in valle che in montagna, è una vendemmia in media con il 2021, la qualità era ottima.

Un sogno nel cassetto?

Quelli legati all’azienda gli ho realizzati tutti, ora si tratta di dare un futuro all’azienda mettendo su famiglia e consolidando l’azienda. Certo è che non sono pentito della scelta che rifarei 1000 volte perchè mi permette di fare ciò che mi piace ed è questa a cosa più bella.

E il rapporto con l’ambiente?

Già mio padre era molto sensibile a questo tema prova ne sia che dal 2008 l’azienda è certificata biologica. Ed anche quest’anno con una primavera molto difficile non abbiamo avuto problemi di peronospora, certo, i trattamenti sono stati molti ben 23, ma abbiamo salvata l’uva a differenza di altri viticoltori che hanno avuto molti danni.

Il giovane enologo è molto impegnato sul piano sociale sia a livello locale che provinciale, è membro del consiglio direttivo del consorzio irriguo locale è referente di zona di Coldiretti ed è membro attivo di GiovanImpresa, il movimento giovanile di Coldiretti. Ma si ritaglia anche il tempo per lo sport essendo molto appassionato ai vari sport. L’inverno trova il tempo per lo scii alpinismo oltre che per lo scii classico, e durante l’estate quando trova il tempo inforca la bici per qualche bella sgambata. Nel piccolo paese di Folaso c’è anche un altro giovane che fa l’imprenditore agricolo a tempo pieno e ad Isera siamo in diversi compresa una ragazza. Sentimentalmente è legato a Giorgia, conosciuta sulle piste di scii, che gestisce un negozio di abbigliamento a Folgaria.













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