Vendemmia ricca: sarà un’ottima annata 

Alla giornata tecnica della vite e del vino presentati i primi bilanci: quantità e qualità al top grazie alle condizioni meteo



TRENTO. La vendemmia 2018 è stata molto soddisfacente dal punto di vista quantitativo con 1,34 milioni di quintali di uva raccolti. Il punto nell’11°Giornata tecnica della vite e del vino. Focus anche sulle formiche come campanello d’allarme per le infestazioni di cocciniglia. Vendemmia 2018: per gli esperti Fem è un’ottima annata.

Grazie alle capacità e all’impegno professionale di agricoltori e tecnici anche la qualità dei vini bianchi e rossi è risultata ottima. Se ne è parlato ieri davanti a 170 partecipanti in aula magna a San Michele all’Adige in occasione dell’11°Giornata tecnica della vite e del vino, assieme alle relazioni su malattie fungine, flavescenza dorata e cocciniglia farinosa: proprio contro il Planococcus ficus, gli esperti Fem in collaborazione con l’Università di Parma stanno indagando la relazione tra parassita e formiche, come possibile segnale di allarme preventivo contro le infestazioni.

La Giornata è stata aperta dal saluto del Direttore generale Sergio Menapace, mentre l’introduzione dei lavori e la moderazione è stata affidata al dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico Claudio Ioriatti. «Il 2018 sarà ricordato come un’annata molto positiva», è stata l’analisi di Maurizio Bottura, tecnologo della Fondazione Edmund Mach. «Le produzioni sono state ampiamente sopra la media, grazie a una buona fertilità, un ottimo germogliamento e una buona allegagione. Come è avvenuto negli ultimi anni, le temperature di aprile hanno determinato una fioritura anticipata e la vendemmia è iniziata in anticipo, subito dopo ferragosto. Dal punto di vista fitosanitario, nonostante le prolungate bagnature, non sono stati rilevati danni rilevanti nei vigneti, merito della difesa puntuale e attenta. Va però rilevato che le infezioni di peronospora sono sempre più anticipate, 10 giorni prima di media rispetto a 30 anni fa». La vendemmia si è avvantaggiata di un andamento climatico favorevole che ha permesso di raccogliere al meglio, soprattutto in confronto allo scarso 2017: nel 2018 in Trentino sono stati vendemmiati 1,34 milioni di quintali di uva nella quasi totalità in condizioni di ottima sanità. «Le fermentazioni sono state molto regolari, con ottime rese uva-vino e limitate problematicità. I vini ottenuti sono profumati, soprattutto Pinot grigio, Traminer aromatico, Teroldego e Merlot- hanno spiegato Luciano Groff e Mario Malacarne (FEM) - Anche in questa annata è stato strategico il controllo dell’evoluzione della maturazione per raccogliere nel momento ottimale, sviluppando un’enologia che valorizzi l’identità varietale e il territorio».

Per quanto riguarda le patologie, si è partiti dalla situazione del mal dell’esca per passare poi ad altre malattie fungine, ricomparse in alcune aree viticole italiane. «In Trentino le infezioni da marciume nero sono state osservate solo su varietà di vite tolleranti a odio e peronospora, in quanto non trattate o con pochi trattamenti fungicidi, principalmente in Valsugana. Inoltre, sempre su cultivar tolleranti, nel 2018 è stata isolata l’antracnosi, mentre in alcuni vigneti della Vallagarina è stato identificato il marciume radicale lanoso, che era già stato segnalato da tempo sul melo», hanno riportato Bruno Mattè e Daniele Prodorutti (Fem).













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