Stalking Cavit, inviate oltre cento lettere

Indagato l’ex dg Giacomini. L’azienda: «Vogliamo giustizia». Perquisito lo studio dell’ex manager: «Non sono tutte mie»


di Mara Deimichei


TRENTO. Le lettere anonime nel fascicolo del procuratore capo Amato sono una settantina per lo più indirizzate al direttore generale di Cavit, Enrico Zanoni. Ma gli scritti dovrebbero essere molti di più, oltre un centinaio e dal 2009 allo scorso novembre sarebbero arrivate ad almeno una ventina di indirizzi di indirizzi diversi. Per la procura, che ha coordinato le indagini della squadra mobile, si tratterebbe di stalking e l’autore delle missiva sarebbero l’ex dg di Cavit Giacinto Giacomini che è ora indagato. La perquisizione a carico del manager è scattata alla fine di novembre e ha portato al sequestro di vario materiale che ora sarà vagliato. In particolare è stata trovata una teca con all’interno un paio di guanti (di quelli che sono in distribuzione gratuita al supermercato per scegliere la frutta e la verdura) una ventina di indirizzi già stampati e delle lettere. Sequestrati anche due normografi - che sarebbero stati utilizzati per scrivere le lettere - e il pc che ora sarà analizzato. Anche se alcune lettere risultano esser state scritte con una vecchia macchina da scrivere. L’indagine è partita un mese fa con le lettere ricevute da Zanoni. Le sue sarebbero solo una parte di quelle ricevute, dall’inizio del 2009 al novembre scorso da diverse persone riferibili al mondo Cavit, presidenti di cantine sociali, mondo della cooperazione ma anche supermercati di fuori provincia. In quest’ultime sarebbe stato ipotizzato la presenza sugli scaffali di vendita di prodotti non «a posto». Cosa che ha scatenato l’allarme che si è rilevato infondato. Nelle altre invece sarebbe stato attaccato il nome di Zanoni e la stessa Cavit con riferimenti a situazioni o a documenti (come il contratto dello stesso Zanoni) che erano conosciute solo ad una ristretta cerchia di persone. I testi e proprio questi riferimenti hanno portato a Giacomini che dopo la perquisizione è stato sentito e ha avuto subito un atteggiamento collaborativo. Ma la difesa (si è rivolto all’avvocato Marco Stefenelli) fra dei distinguo non indifferenti. Se Giacomini può aver scritto alcune lettere - viene spiegato - non è stato l’autore di tutte le lettere, soprattutto quelle con il contenuto più pesante. Lettere ne avrebbe spedite ma sarebbero state finalizzate solo ad aiutare Zanoni per evitargli problemi o situazioni spiacevoli. Non solo. Lo stesso Giacomini sarebbe stato il destinatario di lettere anonime anche di contenuto pesantemente ingiurioso nei confronti di alcuni suoi famigliari. E nei confronti di Zanoni non ci sarebbe stato nessun sentimento negativo tanto che quando quest’ultimo era stato nominato dg, lo stesso Giacomini, in crociera in Vietnam lo avrebbe chiamato dalla nave per congratularsi. Insomma versioni che collimano solo in alcuni punti e che quindi necessitano di essere chiarite e non si esclude un ampliamento dell’inchiesta includendo tutte le lettere anonime che sono state denunciate. Sulla vicenda c’è anche una presa di posizione ufficiale di Cavit: «Al momento desideriamo solo ringraziare le forze dell'ordine che con la loro professionalità e determinazione hanno stroncato un’attività volta a danneggiare Cavit» commenta il presidente Adriano Orsi. Tutto il team manageriale della Cantina ribadisce la propria determinazione a far si che l’iter giudiziario prosegua il suo corso e quindi venga fatta giustizia a tutela dell’azienda, del management e di tutti quanti sono stati oggetto di diffamazione e afferma che nessun «generoso risarcimento» potrà essere preso in considerazione.

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