Mattia, vita da allevatore per passione. E per eredità 

Cresciuto in una famiglia “d’arte”, Covi è ora leader dello Junior Club Trentino Zootecnia, ma anche coltivazione di patate ed erbe officinali biologiche


di Carlo Bridi


VASIO DI FONDO . Sembra impossibile, ma proprio il settore zootecnico che è quello che comporta sicuramente maggiori sacrifici, rimane il più gettonato dai giovani nella loro scelta professionale a favore dell’agricoltura. È evidente che il discorso della passione per il bestiame gioca un ruolo di maggior fascino che non una pianta di melo o di una vite. È anche il caso del giovane protagonista di questa settimana, Mattia Covi, figlio d’arte in quanto anche il padre e il nonno sono allevatori. Alla domanda del perché la scelta di fare l’allevatore nonostante i sacrifici che questa attività comporta, molto tranquilla e convinta la risposta: “Solo per passione che è nata fin da bambino quando aiutavo in piccoli lavori della stalla i miei famigliari”.

Completati gli studi superiori alla Fem, Mattia ha fatto subito la pratica per l’ottenimento del premio d’insediamento che ci dichiara: “Mi è servito in larga parte per i passaggi di proprietà dei vari terreni che erano di diversi parenti ed ora sono tutti intestati a mio nome”.

Ora Mattia può condurre come titolare un’azienda zootecnica di alto livello tutta centrata sulla razza Bruna, che gli dà ottime soddisfazioni sia per la produttività che per l’alta qualità del latte prodotto. Ma la famiglia Covi integra il reddito anche con la coltivazione delle patate e delle erbe officinali coltivate rigidamente con il metodo biologico, che sua mamma trasforma in sali per alimenti che vengono poi venduti sia in casa che allo spaccio della Federazione Allevatori di Trento. Fra i programmi futuri di Mattia, quello del consolidamento dell’azienda che è altamente specializzata nell’allevamento di vacche da latte. “Certo, c’è anche un sogno nel cassetto, quello di riuscire a farsi una bella famiglia che dia continuità alla nostra azienda costruita dai miei genitori ed ora da me con tanti sacrifici”. Certo è, spiega Mattia, che il provenire da una famiglia di tradizioni contadine ha favorito il suo insediamento, in quanto partiva da una bella realtà ormai consolidata. “Ma è stata molto importante anche l’apertura del padre e degli zii nel cedermi l’azienda”.

Alla nostra domanda se ha mai pensato alla trasformazione in azienda biologica Mattia afferma: “Per le erbe officinali siamo a livello di biologico pur senza certificarle, ma anche le patate sono coltivate usando solo il rame per la peronospora e senza nessun prodotto chimico di sintesi per combattere la dorifora in quanto facciamo una frequente rotazione dei terreni. Per l’allevamento il discorso è diverso, ovviamente usiamo solo mangimi Ogm free, e l’uso dei farmaci in stalla è veramente ridotto perché lo stato di salute della mandria è ottimo grazie alla stabulazione libera, al fatto di un’alimentazione molto bilanciata ed anche grazie al fatto che tutto il bestiame da rimonta trascorre le estati in malga della Federazione Allevatori in Valle di Sole”.

La sua passione per le vacche da latte e la sua professionalità lo hanno portato ad essere eletto a leader dello Junior Club Trentino, un’associazione composta da una settantina di giovani figli di allevatori, ed essi stessi impegnati in azienda dai 4 ai 30 anni.

Anche nella recente gara di valutazione delle vacche delle razze trentine avvenuta domenica scorso nell’arena della Federazione allevatori da parte dei soci di Junior Club, Mattia Covi ha saputo destreggiarsi nelle vesti di ottimo regista dell’evento creando fra i giovani un grande entusiasmo ed un forte senso di appartenenza. “Alcuni miei amici sono in larga parte del giro dei giovani allevatori, ma anche gli altri non hanno mai avuto dubbi sul fatto che io sarei diventato un allevatore”.













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