Inverno col segno meno Soffrono gli alberghi 

I dati dell’Ispat. Dopo un anno record è arrivata la flessione: bene l’extralberghiero. In calo i turisti italiani. Buone performance di Trento, Bondone, Valle Laghi, Sole, Piné e Val di Cembra



Trento. La stagione invernale 2018/2019, che comprende i mesi da dicembre ad aprile, chiude con numeri in generale flessione. Va detto, ad onor del vero, che fare meglio della stagione precedente sarebbe stato davvero complicato visto che è stata la migliore di sempre. Tuttavia i segni meno nel turismo sono sempre segnale di allarme da cui trarre insegnamento per migliorare. Ne è convinto anche l’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni secondo il quale «dobbiamo essere ora pronti a predisporre un grande piano pluriennale che favorisca le sinergie tra i diversi comparti economici, anche in vista dell'appuntamento delle Olimpiadi 2026, affinché aumenti la qualità del nostro prodotto turistico con un impatto positivo in termini di redditività».

Arrivi e presenze

Nei dati diffusi dall’Ispat, i settori alberghiero ed extralberghiero evidenziano un andamento contrapposto: in diminuzione il primo negli arrivi (-3,2%) e nelle presenze (-2,7%) mentre il secondo presenta variazioni positive negli arrivi dell’1,3% e nelle presenze del 2,7%. Nel complesso delle strutture si rileva un calo degli arrivi del 2,5% e delle presenze dell’1,8%. I pernottamenti registrati si attestano sopra ai 7 milioni; il 55,9% del movimento è composto da presenze italiane. Le presenze alberghiere, che rappresentano l’81,4% del totale dei pernottamenti rilevati nel complesso delle strutture ricettive (escludendo alloggi privati e seconde case), pur in diminuzione rispetto alla stagione precedente, si inseriscono comunque in un trend di costante crescita osservata nelle dinamiche delle ultime stagioni.

I mesi migliori e i peggiori

Il risultato dell’inverno 2018/2019 costituisce il secondo miglior risultato degli ultimi 10 anni. I mesi centrali dell’inverno sono caratterizzati da variazioni negative, mentre i periodi di coda mostrano dati in crescita: nello specifico, dicembre chiude con un +2,2% e aprile con un +9,7%. I risultati di aprile sono chiaramente influenzati dal posizionamento della Pasqua. Il mese di febbraio si conferma il periodo con il maggior numero di pernottamenti (oltre un milione e ottocentomila).

Italiani e stranieri

Per le presenze italiane si osserva una diminuzione del 4,7%, più marcata nel settore alberghiero. Le principali regioni di provenienza si confermano essere Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Toscana. In crescita invece le presenze straniere. Si confermano ai primi posti i turisti polacchi, tedeschi, cechi, inglesi e belgi.

I singoli territori

L’andamento nei singoli territori è generalmente negativo tranne che nelle zone di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Valsugana-Tesino, Valli di Sole, Peio e Rabbi e Altopiano di Pinè e Valle di Cembra. Il numero di alberghi aperti è stato pari a 1.454 per un totale di 90.349 posti letto disponibili. Il grado di utilizzo dei posti letto è migliore negli alberghi a 4 stelle superior e 5 stelle (76,7%).

Il fatturato

Applicando il valore della spesa media giornaliera pro-capite alle presenze si stima che il movimento turistico abbia generato un fatturato intorno al miliardo di euro, di cui il 69%.













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