«I trentini? Sono contro il turismo»

Il presidente di categoria Libardi: «In Trentino rappresenta il 15% del Pil, ma la popolazione spesso è ostile»


di Gianluca Marcolini


RIVA DEL GARDA. «In Trentino il turismo rappresenta il 15% del prodotto interno lordo, con una spesa di 2520 milioni di euro. Ma se teniamo conto anche degli effetti indotti si sale fino al 28%, quasi un terzo del nostro Pil, con un valore aggiunto che è superiore a quelli dei settori delle costruzioni e metalmeccanico. Nonostante ciò riscontriamo, nella popolazione, un atteggiamento di contrarietà, persino ostruzionistico, che è molto preoccupante. Non vi è la piena consapevolezza che il turismo è sviluppo economico». Tante luci ma anche molte ombre nella relazione che il presidente degli albergatori trentini Luca Libardi ha illustrato ai propri soci riunitisi in assemblea, ieri mattina al Palacongressi a Riva, per l'approvazione del conto consuntivo e del bilancio di previsione. Ad ascoltarlo, in sala, almeno 500 persone fra addetti ai lavori ed ospiti. Una relazione appassionata ed applaudita, quella del presidente dell'Asat, volta a mettere in luce le potenzialità di un comparto che avrebbe tutta la forza necessaria a trainare il Trentino – così come l'Italia – fuori dalla crisi economica ma che si ritrova azzoppato da un'estenuante burocrazia, da una pressione fiscale insopportabile, dalla mancanza di competitività e da un crescente sentimento di avversione da parte della gente nei confronti di tutto ciò che è turismo. «Sembra incredibile ma è la verità – ha puntualizzato Libardi –: basta osservare le polemiche che si scatenano immancabilmente quando le nostre strade si riempiono di turisti oppure contare gli immancabili disagi ed ostacoli che si creano nel pieno della stagione di lavoro. É un atteggiamento che fa prevalere visioni miopi e che impedisce o rallenta una piena ed ulteriore valorizzazione del nostro sistema economico e sociale». In Trentino gli addetti al turismo sono più di 11 mila e i posti di lavoro, attivati dalla spesa dei turisti, oltre 31 mila. Se andasse completamente in porto il piano strategico approntato dal Governo si registrerebbe un impatto di circa 30 miliardi di euro sul Pil del Paese e 500 mila posti di lavoro entro il 2030. «Bisogna avere il coraggio di individuare e di puntare su quei settori economici che hanno prospettive di crescita significative come il turismo – ha proseguito il presidente – mentre lo stesso discorso non vale per altri settori, da qui la necessità di avviare processi di riqualificazione e ricollocazione. Invece, ci troviamo costretti ad affrontare vere e proprie emergenze, come i costi della burocrazia, 10 volte superiori alla media europea. Le risorse da liberare stanno anche qui». Da mani nei capelli le criticità italiane, rispetto al resto d'Europa, elencate da Libardi riguardo il costo del lavoro, dell'energia elettrica (34% in più) e del gas (4%) e l'Iva. Stessa cosa per l'Imu («Una tegola, praticamente raddoppiata»), l'Irap («Una follia made in Italy, che colpisce chi investe e crea occupazione») e il carico fiscale («Complessivamente siamo al 70%: così è impossibile fare impresa»). Fra gli altri temi toccati pure il no all'imposta di soggiorno («Avrebbe un impatto negativo sui consumi turistici e sulla competitività delle nostre aziende») e la bocciatura dell'accorpamento di Trentino Marketing in Trentino Sviluppo («É sbagliato ed innaturale e pertanto crediamo si debba tornare indietro, confermando l'ipotesi iniziale della giunta provinciale, ovvero la costruzione di un'Agenzia per il turismo»). Libardi, infine, ha sottolineato a gran voce gli investimenti profusi in riqualificazione: «In vent'anni la quota degli hotel a 4 e 5 stelle è aumentata dal 2% al 12%: ciò significa credere ed investire nel nostro futuro».

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