L’INTERVENTO 

I sensori di umidità e le stazioni meteo per l’agricoltura 4.0 

La sperimentazione con una rete a basso consumo energetico: è il futuro. Occorre coraggio e puntare sulla ricerca


di Giuliano Preghenella


Quest'anno le uve prodotte sul conoide di Roverè della Luna potrebbero raggiungere punte di eccellenza, merito dell'annata favorevole ma anche del lavoro certosino da parte dei viticoltori che proprio da quest'anno possono contare anche sul contributo di nuove tecnologie IoT per la raccolta dati direttamente dai campi.

Questo grazie alla collaborazione, nata tra la Cantina Sociale di Roverè della Luna (rappresentata dal tecnico Oliviero Sandri e da un viticoltore appassionato di tecnologia), la Fondazione Bruno Kessler (coinvolta con il team Agriot Lab di Create-Net) ed il consorzio irriguo locale.

Tra gli interessi comuni delle parti è importante quello di sperimentare soluzioni che riducano il consumo di risorse idriche e di conseguenza anche i costi di elettricità necessaria all’irrigazione, cercando di mantenere la produzione inalterata.

La sperimentazione prevede l'utilizzo di sensori di umidità e stazioni meteo i cui dati vengono raccolti tramite una rete a basso consumo energetico e ad ampia copertura ed immagazzinati in sicurezza su una piattaforma IoT attraverso la quale questi dati vengono poi processati, interpretati e preparati alla visualizzazione tramite pagina web sul cellulare.

Ma per fare cosa?

C’è chi sostiene che i dati rimpiazzeranno il petrolio tra le risorse più preziose al mondo; anche in contesto agricoltura 4.0 le rilevazioni fatte da questi sensori possono aiutare a capire molte cose.

Abbiamo accennato alla possibilità di poter diminuire l’irrigazione senza di fatto creare conseguenze negative per il raccolto; si può anche ad esempio capire l’influenza (positiva o negativa) data dall’inerbimento e della sua incidenza sul consumo di acqua prima e dopo il taglio, capire se l’erba è in concorrenza con il vigneto e fino a che punto influenza la penetrazione dell’umidità nel terreno. I ricercatori di Agriot Lab puntano sul fatto che la raccolta di poche informazioni a basso costo, ma effettuata in modo continuo e con dati storici facilmente reperibili, permetta ai viticoltori ed agli agronomi che li assistono di capire meglio le caratteristiche dei loro terreni e di come le coltivazioni reagiscano all’irrigazione di precisione.

La presenza delle tecnologie IoT nei nostri campi è un primo passo nel poter poi assistere noi viticoltori con tutti i dati necessari a permetterci di raggiungere facilmente altri obiettivi come quelli di ridurre i rischi associati ai cambiamenti climatici, registrare in modo efficiente i vari trattamenti effettuati, ottenere certificazioni che si traducono in valore di mercato per il prodotto finale e che andranno sempre più a sostenere la competitività del settore agricolo trentino, al fronte di minacce di produzioni internazionali che puntano ad attaccare una larga parte del mercato tradizionalmente appannaggio della rinomata produzione vinicola italiana.

Nel concludere vorrei spronare i miei colleghi agricoltori a non esitare ad interagire con gli istituti di ricerca trentina per cercare di fare sistema e mettere a fattor comune le loro competenze con i nostri prodotti, entrambi di eccellenza internazionale nei rispettivi settori, mentre ai rappresentanti della politica e della Cooperazione faccio appello affinché si adoperino per facilitare una contaminazione diretta tra i centri di ricerca e gli operatori agricoli per favorire l'utilizzo delle nuove tecnologie anche nei campi.















Scuola & Ricerca

In primo piano