Ecco la carta d’identità del legno trentino 

Un metodo basato sull’analisi dei rapporti isotopici realizzato grazie alla collaborazione Caritro-Fem


di Carlo Bridi


TRENTO. Grazie a un contributo finanziario della Fondazione Caritro, la Fondazione Mach ha potuto elaborare un metodo di ricerca scientifico basato sull’analisi dei rapporti isotopici in grado di identificare la provenienza a livello di valle, del legname trentino e quindi di garantirne la tracciabilità geografica. I 40 mila euro concessi per il progetto, hanno permesso alla FEM di assumere per oltre un anno un esperto del settore, Yuri Gori, inserito all’interno dell’Unità operativa tracciabilità coordinata da Federica Camin, ottenendo interessanti risultati sul fronte della certificazione della provenienza del legno, una specie di Doc del legno. I risultati della ricerca sono stati presentati ieri alla Fondazione Caritro. L’apertura a cura della dirigente del Centro di Ricerca della FEM Annapaola Rizzoli che ha sottolineato come le attività di ricerca effettuate dalla FEM abbiano un livello internazionale e come siano però finalizzate a investire per lo sviluppo del Trentino e dei suoi prodotti. È la prima volta che si è fatta una mappa isotopica del legno trentino, hanno spiegato Federica Camin e Yuri Gori. Il campionamento ha interessato 150 diversi siti, ed è stato effettuato nella seconda metà del 2015 e nei primi mesi del 2016, e la tecnica adottata- quella isotopica - è quella già in uso anche per il vino, l’olio d’oliva e il formaggio.

L’auspicio è che ora i risultati della ricerca possano suscitare l’interesse degli addetti ai lavori, oltre delle organizzazioni internazionali di certificazione forestale (PEFC e FSG), che potranno inserire nei loro protocolli gli standard di conformità e sostenibilità di gestione dei boschi e delle foreste. Ma questi risultati potranno dare un contributo anche a quelle aree del mondo dove si assiste ancora ai tagli illegali della foresta di legname che poi viene immesso sul mercato senza nessun controllo.

Importante anche l’intervento di Gabriele Calliari nella sua veste di presidente a livello nazionale di Federforeste, che ha fatto una panoramica sulla situazione forestale e sul mercato del legname in Trentino. Assistiamo fra l’altro ad un fenomeno completamente inverso a quello registrato fino a pochi decenni fa: se fino agli anni ’60 del secolo scorso la superficie del bosco era in costante diminuzione fino al punto di creare forti preoccupazioni e tensioni, negli ultimi decenni la superficie del bosco è in costante crescita ed è arrivata a coprire ben il 63% della superficie provinciale, ha ricordato il ricercatore della FEM, Nicola La Porta.

Il perché è importante la certificazione che porta alla carta d’identità del legno trentino, anche per rilanciarne con la denominazione d’origine il mercato, è stato spiegato da Francesco Dellagiacoma direttore del comparto in Provincia e vice presidente vicario di PEFC Italia, mentre Erica Di Pierro della FEM ha illustrato il progetto Noble sulla caratterizzazione e valorizzazione della noce del Bleggio, in base ad un progetto finanziato dalla Fondazione Caritro.













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