Due filosofi, un agritur e la passione per i campi

A Caldonazzo Alice Murari e il marito varesino, conosciuto all’Università di Trento hanno iniziato coltivando mirtilli per poi aprire un locale dove offrire piatti locali


di Carlo Bridi


CALDONAZZO. Molti dei giovani che abbiamo incontrato nelle nostre valli, e che hanno scelto l’agricoltura come loro professione sono in possesso di un diploma di laurea, ma mai ci era capitato di imbatterci in una coppia di filosofi. Complice l’Università di Trento dove i due - una valsuganotta ed un varesino - si sono incontrati, ne è nata un’amicizia quindi il matrimonio e la scoperta di avere ambedue la grande passione per l’agricoltura e la natura. Da qui l’idea di andare a Caldonazzo, in un maso per la verità, dove la signora Murari era cresciuta, e recuperare un’azienda agricola della famiglia ormai incolta. «È stata molto dura - afferma Alice Murari - ma alla fine ce l’abbiamo fatta». «Vista la vocazione alla coltivazione dei piccoli frutti e degli ortaggi della zona, terreno molto acido, abbiamo puntato fin dall’inizio sui piccoli frutti e particolarmente sul mirtillo, del quale abbiamo messo a dimora quasi un ettaro», prosegue Alice, ma il suo sogno era quello di arrivare ad applicare la sua passione e le sue doti culinarie con la realizzazione di un locale agrituristico. Certo, era difficile partire con una laurea in filosofia: per questo la frequentazione del corso della durata di tre mesi organizzato dall’Accademia d’Impresa della Camera di Commercio sulla somministrazione e la vendita di prodotti alimentari, mentre il marito ha frequentato il corso biennale per giovani imprenditori della Fondazione Mach.

Ora - afferma Alice - «il mio sogno si è realizzato: tornare a vivere dove sono cresciuta e fare l’attività che più mi piace, ossia la cuoca, e servire gli ospiti a tavola. Stare fra la gente, spiegare loro come vengono cucinati i piatti, da dove vengono i prodotti, i sacrifici e il lavoro che c’è dietro ogni pietanza che serviamo, è per me un grande piacere». «Il mio impegno - continua - è quello di predisporre un menù a base di prodotti della nostra azienda, o dei nostri paesi a km zero, adeguandomi ogni mese con il cambiamento del menu alla stagione: in questo modo siamo in grado di assicurare costantemente dei prodotti freschi e genuini, ma non solo: pur non essendo certificati biologici tutti i nostri prodotti li otteniamo senza l’uso della chimica. Certo - precisa Alice - abbiamo avuto la fortuna di insediarci in una zona incontaminata, in mezzo al bosco, ma anche una zona tutta in pendio con altissimi costi di produzione: per questo puntiamo a vendere tutti i nostri prodotti direttamente in azienda o trasformandoli nell’agriturismo o nella vendita diretta, e quello che avanza lo trasformiamo in ottime confetture, altra specialità della casa». «Il nostro menù - spiega la “filosofa” cuoca - è molto vario, ma puntiamo molto sulla cucina vegetariana, senza peraltro disdegnare anche piatti a base di carne e di pesce. Nella logica del menù legato alla stagione, questo mese di novembre offriamo un ottimo dolce a base di castagne, un altro dei prodotti della nostra azienda».

Un sogno nel cassetto per Alice sarebbe quello di fare qualche bel viaggio all’estero: «Per ora la concentrazione è massima nel lancio dell’agriturismo, ma con un certo ottimismo. La nostra attività - afferma - è a dimensione familiare: mio marito, aiutato dai suoi genitori, coltiva la campagna ed io mi concentro sull’agriturismo. Sono convinta che avremo un avvenire, il nostro obiettivo è quello di essere sempre in grado di offrire ai nostri ospiti un’accoglienza calda, in un ambiente famigliare, rilassante in mezzo al bosco, raggiungibile anche con un passeggiata di venti minuti dal paese di Caldonazzo.

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