Delrio, «piano B» per A22: l’affidamento in house

Il ministro: «Difficoltà con l’Ue sulla proroga della concessione, ma Bruxelles guarda con attenzione alle società pubbliche. Le gare devono tornare la regola»


di Chiara Bert


TRENTO. «Il confronto con l’Unione europea è complicato» e «le gare sono la regola, non sono l’eccezione». Il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio arriva a Trento ospite all’inaugurazione della nuova sede Itas alle Albere, ma la vera partita politica di cui discute con i vertici della Provincia in un incontro riservato ad ora di pranzo - il governatore Ugo Rossi che oggi è anche presidente della Regione, gli assessori Mauro Gilmozzi e Alessandro Olivi - riguarda la concessione dell’Autobrennero.

Il ministro ammette le difficoltà in atto con l’Europa sulla proposta italiana di proroga e lascia intravedere il piano B del governo: l’affidamento in house. «L’Ue ha emanato delle direttive in cui guarda con particolare attenzione alle società in house, partecipate da enti pubblici. È in atto un confronto complicato e noi lo stiamo facendo», ha spiegato Delrio.

Le lancette vengono dunque riportate indietro di qualche anno, alla soluzione messa sul tavolo dall’allora governatore Lorenzo Dellai. Era il luglio 2011 quando Dellai e Durnwalder strapparono al ministro Tremonti la promessa di inserire nella Finanziaria un emendamento che prevedesse di costituire al posto dell'A22 una nuova società tutta pubblica (Anas e Province di Trento e Bolzano) che avrebbe pagato il valore della concessione versando a Roma 70 milioni di euro all'anno fino a raggiungere 568 milioni. Le cose poi andarono diversamente e si arrivò alla gara.

«A22 ha seguito la procedura corretta, la gara poi è stata sospesa da una sentenza del Consiglio di Stato», ha dato atto ieri il ministro. Oggi il nodo riguarda le perplessità europee alla proposta avanzata dal governo Renzi a fine 2014: la proroga delle concessioni di tre autostrade, A22, Autovie Venete in A4 e Gavio (A33 Asti-Cuneo, gestione Sias, società del gruppo) senza gara in cambio della garanzia da parte dei gestori di non aumentare le tariffe oltre il tasso di inflazione. Ma la necessità di prorogare le concessioni per concretizzare gli investimenti dei gruppi autostradali, ribadita nello Sblocca Italia, non sembra aver convinto l’Europa, che chiede le gare al termine dei contratti in essere in nome della concorrenza. «Stiamo valutando con l’Unione europea tutte le casistiche contemplate dall’articolo 5 dello Sblocca Italia per capire come superare questa difficoltà che l’Ue ci pone, e come normalizzare il sistema concessionario nazionale», ha detto ieri Delrio, «siamo convinti anche noi che dobbiamo tornare a una normalità in cui le gare sono la regola». D’altro canto, ha aggiunto il ministro, «l’Europa guarda con attenzione alle società in house». Il governo, e Trento e Bolzano, guardano dunque già oltre il probabile niet di Bruxelles alla proroga. «La concessione ad A22 - osserva l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi - garantirebbe lo sblocco dei 550 milioni accantonati dalla società per il tunnel del Brennero e le tratte di accesso».













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