Dal calcio all’obiettivo delle 10 mila bottiglie 

Il percorso di Massimiliano Caliari nelle campagne di Santa Croce del Bleggio «A vent’anni ho ancora tanto da imparare, ma sono convinto della mia scelta»


di Carlo Bridi


SANTA CROCE DI BLEGGIO. Nell’ultimo anno - stando ai dati Inps- sono stati creati 25 mila posti di lavoro in agricoltura portando il totale dei lavoratori dipendenti ad oltre un milione, quasi un terzo è rappresentato da giovani sotto i 35 anni. Gli studiosi del settore considerano questo fenomeno come un fatto di alto spessore culturale, dopo l’epoca della fuga dai campi che ha caratterizzato gli anni 50-60 del secolo scorso.

Questo fenomeno è ben documentato da oltre sette anni da questo giornale, con interviste settimanali a tanti giovani che- in larga parte- provengono da altre esperienze lavorative, e che hanno un denominatore comune: una formazione anche non specifica ma sempre di scuola superiore, e sempre più spesso universitaria. Questo fatto da nuova linfa ad un settore anche dal punto di vista culturale, il che non nuoce affatto.

La storia del giovane che raccontiamo oggi è ancora un tipico esempio in questo senso. Parliamo di Massimiliano Caliari che dopo aver frequentato le medie inferiori a Verona, dove alternava la scuola al gioco del calcio, la sua grande passione, ha frequentato il liceo Scientifico sportivo a Bolzano anche lì inserito in una squadra di calcio, ottenuta la maturità è tornato a casa ed ha iniziato quasi per caso a dare una mano a papà in azienda, cosa che in passato precisa subito, non ha mai fatto, e nell’arco di poco tempo si è innamorato dell’agricoltura ed oggi dopo due anni non cambierebbe assolutamente professione, «anzi, la passione aumenta!» - esclama.

Con papà ha costituito una società ed ha fatto la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento che ora sta attendendo. Nel frattempo sta frequentando il corso per il conseguimento del brevetto professionale alla FEM, un corso afferma molto interessante perché mi dà una formazione completa.

Certo, a vent’anni vi sono anche molti progetti nuovi da realizzare: il primo è quello dell’ampliamento dell’azienda e della produzione di vino, lo scorso anno ha prodotto 3000 bottiglie, quest’anno 6000 e l’obiettivo è quello di arrivare a 10.000 bottiglie e poi fermarsi perché il suo impegno è quello di limitarsi molto nella quantità per puntare sulla massima qualità possibile. «Un vino - precisa - che sappia esprimere in pieno l’anima del nostro territorio. Ma punto anche alla trasformazione dell’attuale magazzino in cantina aprendo anche un bella zona degustazione. Cosa questa della quale si sente la mancanza anche perché il 90% dei clienti del nostro agriturismo è composto da persone che vengono alle terme di Comano per fare le cure, quindi offrire loro una vetrina delle nostre eccellenti produzioni può permetterci di collocare la maggior parte del prodotto con la vendita in azienda».

Ma c’è anche un sogno nel cassetto: quello di eliminare gradualmente tutti i frutteti che oggi occupano la metà dell’azienda per trasformarli in vigneto. Alla nostra domanda se dopo due anni è pentito della scelta, la risposta è netta: «Assolutamente no, la rifarei subito. Di fatto anche sotto le feste sono qui a lavorare, ma va bene così».

Parlando dei rapporti con l’ambiente un’agricoltura più sostenibile, Massimiliano precisa che purtroppo la loro è una zona molto sensibile alle malattie e pertanto è difficile la scelta del biologico, «ma il mio obiettivo - precisa - è quello di arrivare ad avere un azienda biologica, con una forte riduzione anche nell’uso delle meccanizzazione. Ma certo, al biologico ci penso spesso perché il mio rapporto con la vigna e con l’ambiente è costante».

Anche rientrano nel paesello natio dopo tanti anni non ha dimenticato il gioco del calcio la sua grande passione, e gioca con la squadra del Comano Terme.

La sua scelta non è stata molto compresa dai suoi amici che gli hanno detto che è matto perché non credevano possibile che - partendo dal niente - si potesse arrivare ad una bella cantina e a produrre degli ottimi vini.

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