“Ai confini e oltre” trova il Rope Trio di Fabrizio Puglisi

Trento. Prosegue la rassegna jazzistica “ai confini ed oltre 2020” con la rassegna che cerca di mettere a fuoco il territorio a cavallo fra generi o linguaggi diversi. Tutto ciò che sta ai confini ha...



Trento. Prosegue la rassegna jazzistica “ai confini ed oltre 2020” con la rassegna che cerca di mettere a fuoco il territorio a cavallo fra generi o linguaggi diversi. Tutto ciò che sta ai confini ha per antonomasia carattere di sperimentazione perché si rivolge all’inconsueto, ricerca ciò che sta oltre, fuori e quest’anno il tema è una formazione tipicamente cameristica, trade union fra musica classica e jazz, il trio. In questo quadro si inserisce il concerto che giovedì 22 ottobre apre le porte di Sala del Falconetto di Palazzo Geremia a Trento al concerto del Rope Trio. Ore 20.30 sono Fabrizio Puglisi al pianoforte con Stefano Senni al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria ad intrattenere il pubblico con una carrellata di jazz proposto rigorosamente in acustico in modo tale da evidenziare e lasciar assaporare in tutta la sua bellezza la natura cameristica della proposta.

Rope (dal titolo inglese del film di Hitchcock “Nodo alla gola”)in forma di trio nasce nel 2002. Il trio rielabora liberamente brani originali e composizioni di John Zorn, Monk, Ellington, Misha Mengelberg, Jelly Roll Morton, Bernard Hermann, Herbie Nichols, trovando una nuova ed originale concezione del piano trio. Equilibrio, varietà, sintesi, interplay, cantabilità, queste sono alcune delle caratteristiche di questo progetto che ha all’attivo due CD; “Have you met Miss Bates?” (2005) e “Saints and Sinners” (2009), entrambi per l’etichetta El Gallo Rojo. I musicisti di Rope vantano ormai un’esperienza pluriennale che quì si mette al servizio della musica senza virtuosismi, portando il concetto del piano trio nella modernità, con un occhio alla tradizione e l’altro alle musiche di oggi. Ingresso gratuito su prenotazione a info@sonataislands.com

Puglisi ha frequentato lungamente la scena improvvisativa olandese a fianco di mostri sacri quali Tristan Honsinger, Han Bennink. L’elenco si amplia se si aggiungono le collaborazioni italiane: Paolo Fresu, Enrico Rava, Gianluca Petrella, Roy Paci e Cristina Zavalloni. K.C.













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