Urgenze “vietate” dalle 12 del giovedì 

Ospedale di Borgo, gli operatori confermano: «Subito a Trento chi ha bisogno di interventi che necessitano del ricovero»


di Marika Caumo


BORGO. Se il giovedì pomeriggio ti fratturi il femore o ti viene un attacco di appendicite vieni operato a Trento. Se ti fratturi il polso resti a Borgo. Sono solo esempi, semplificazioni, ma rendono più chiaro cosa significa in concreto il progetto di riorganizzazione dell’attività assistenziale, partito lo scorso 1 ° aprile. Progetto di cui il Consiglio per la salute chiedeva l'immediata sospensione e a cui l'Apss tramite risposta dell'assessore Zeni ha replicato ricordando che l'impostazione dell’attività chirurgica negli ospedali periferici prevede di concentrare nei primi giorni della settimana gli interventi chirurgici maggiori, la chirurgia in Day Hospital e ambulatoriale dal giovedì al venerdì e l’accentramento delle urgenze chirurgiche notturne e dei weekend, per limitare la presenza di pazienti “chirurgici” ricoverati nelle giornate di sabato e domenica.

Il monitoraggio dei carichi di lavoro del personale di Borgo ha evidenziato uno squilibrio nella dotazione tra l'Afo chirurgica e l'Afo medica, pertanto dal 1° aprile è stata avviata una riorganizzazione che ha visto l'aumento di personale in medicina e, al contrario, la riduzione in chirurgia/ortopedia dove è stata tolta la figura di un infermiere il sabato, la domenica e nei festivi. Ciò significa che in quei giorni in reparto c'è solo un infermiere e un Oss. Va da se che diminuendo il personale, deve diminuire anche il carico di pazienti ricoverati nei fine settimana e festivi. Come? Andando a penalizzare le urgenze. Se prima gli interventi ambulatoriali chirurgici venivano programmati al martedì e le urgenze venivano prese in carico anche al venerdì (dalle 20 del venerdì alle 8 del lunedì le sale operatorie sono chiuse), dallo scorso 1° aprile al venerdì vengono fatti solo interventi ambulatoriali, che non richiedono la degenza nel fine settimana. E le urgenze dal giovedì pomeriggio vanno a Trento. «Con la nuova organizzazione, dal mezzogiorno di giovedì fratture di femore, addome acuto e gli interventi maggiori che richiedono alcuni giorni di degenza non possono essere operati a Borgo», ci spiegano alcuni dipendenti. Al contrario le urgenze minori, come la frattura del polso, si possono fare in quanto non vanno ad incidere sul numero di ricoveri.

La riorganizzazione non va a toccare solo i fine settimana ma anche gli altri giorni festivi come ad esempio questi ponti infrasettimanali dove il personale ha dovuto programmare gli interventi per limitare la presenza di pazienti il 25 aprile ed il 1° maggio. Fatto che ha creato non poco malumore tra i medici.

«In medicina c'era bisogno di aumentare il personale ma senza ridurre quello di chirurgia. In questo modo c'è una ripercussione a livello di interventi perché ne vengono fatti meno andando a penalizzare le urgenze», proseguono i dipendenti. Che ricordano un altro aspetto correlato ovvero il fatto che a Borgo da diversi anni si è in attesa del quarto ortopedico, come previsto dal protocollo. Una figura individuata nel dottor Minati, in servizio a Cles, che da tempo attende il suo trasferimento a Borgo. Trasferimento bloccato fintanto che non si trova una figura che lo sostituisca nel capoluogo noneso. «Le procedure concorsuali per il trasferimento dell'ortopedico sono in atto», ha spiegato l'assessore Zeni, che però non specifica i tempi. «Con il quarto ortopedico si coprirebbero i sabati e le domeniche. Ci sarebbe, infatti, sempre un medico di guardia in reparto e, in caso di bisogno, in pronto soccorso», concludono gli operatori.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs