Una onlus delle Apsp per ricevere lasciti 

Il progetto delle case di riposo di Borgo e Roncegno per ovviare al divieto di incassare donazioni da parte di privati cittadini


di Marika Caumo


BORGO. Una raccolta fondi di comunità, per contribuire tutti insieme a sostenere quei servizi alla persona di cui il territorio ha bisogno. E' un tornare ai valori del passato, recuperandoli ed applicandoli attraverso strumenti più attuali. A questo stanno ragionando le Apsp S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia di Borgo Valsugana e San Giuseppe di Roncegno che con il Comune di Borgo hanno organizzato per venerdì prossimo un seminario dal titolo "E se fosse dono? La sostenibilità dei servizi alla persona passa dalla Comunità".

Garantire i servizi di cui i territori hanno bisogno e farlo favorendo la coesione sociale: questo l'argomento che il seminario intende affrontare, alla luce della riforma del Terzo Settore e di una nuova stagione di cooperazione tra pubblico e privato. «E' un argomento che ci sta a cuore. Da anni come Apsp lavoriamo per aprirci al territorio, con attività e strutture, per far in modo che la comunità entri nella casa di riposo. Ora un ulteriore tassello, un segno del ritornare al passato», spiega il presidente di Borgo Mario Dalsasso. Una volta le case di riposo, come altri enti pubblici, erano sostenute dai Comuni e da donazioni private. C'erano i cosiddetti benefattori. «Oggi, con l'aumento dei costi e la dimensione economica provinciale che sempre meno può farsi carico delle esigenza strutturali delle case di riposo, dobbiamo sempre più canalizzare le sensibilità - prosegue Dalsasso -. Questo è il momento di partenza per canalizzare la dimensione dell'aiuto, che potrà concretizzarsi nella creazione di una onlus: in questo modo la comunità sentirà sempre più propria la Apsp e ne sarà sempre più parte». Concorda il presidente di Roncegno Carlo Dalprà: «Non sarà facile coinvolgere in prima battuta molta gente, bisogna partire dalla sensibilizzazione nell'ambito della stessa casa di riposo», spiega, e ricorda che: « Costituire una onlus da la possibilità di devolvere il 5x1.000, cosa che ora non è possibile fare all'ente casa di riposo».

La raccolta fondi di comunità è una strategia di attivazione del capitale relazionale esistente all'interno del territorio in cui opera un'istituzione no profit, della sua comunità di appartenenza. La sua efficacia si regge su una dinamica relazionale che implica non solo l'applicazione di tecniche e strumenti specifici di raccolta fondi, ma anche la condivisione della missione sociale. Perché oggi non si dona perché si hanno i soldi ma perché si condivide una missione, dei valori, delle attività sociali: il donatore di comunità è un soggetto attivo, che ne condivide la buona causa e ne diventa promotore.

«Una sfida nuova, che guarda avanti pensando e trovando le basi nel passato. La generosità e la solidarietà qui non manca, ma ha bisogno di essere sollecitata e canalizzata - ha proseguito il sindaco Fabio Dalledonne, portando il sostegno all'iniziativa insieme all'assessore Edoardo Rosso e al presidente del consiglio Emanuele Deanesi-. La casa di riposo ha la peculiarità di assistere e dare sollievo a persone e famiglie, ma è aperta al territorio: penso alla messa domenicale, ai tanti progetti con la biblioteca. Fondazioni, benefattori storici, lasciti milionari non ci sono più, ora vanno coinvolte le persone, che possono entrare nella casa di riposo, vedere cosa si fa. E fare solidarietà per il proprio territorio, a beneficio della comunità».

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